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Intervista al candidato Giacomo Turci – Parte V – Inceneritori e sicurezza: la sicurezza di chi?

D. Cambiamo argomento…. quale è il vostro punto di vista sugli inceneritori?

R. Devono essere chiusi, naturalmente, la salute pubblica deve essere al primo posto. Non c’è dubbio che esistano modalità alternative per lo smaltimento dei rifiuti ma comportano notevoli investimenti… e siamo da capo con la scarsità delle risorse.

Tuttavia questo argomento è stato molto strumentalizzato e alcune forze politiche, Cinque Stelle in testa, si rifiutano di riconoscere le vere cause del problema dei rifiuti. La nostra posizione è molto netta.

Bisogna anche in questo caso risolvere il problema alla radice: il modello capitalista, che deve necessariamente essere alimentato da un continuo aumento di produzione, genera un surplus di prodotti e oggetti che siamo costantemente spinti ad acquistare e che inevitabilmente si traducono in maggiori rifiuti.

Noi vogliamo una riorganizzazione del modo in cui produciamo le cose che metta in primo piano l’uomo e l’ambiente. Non ha senso parlare di rifiuti senza mettere in discussione il come e il perché li produciamo.


D. Altri candidati Sindaco dichiarano queste intenzioni… a cominciare da Raffaella Pirini della lista “Destinazione Forlì”.

R. Certamente, ma sempre secondo l’ottica dell’ambientalismo piccolo borghese, che vorrebbe un mondo pulito senza cambiare il sistema economico. Un po’ come Rifondazione Comunista che vorrebbe una società “solidale” attenta ai bisogni dei lavoratori, ma all’interno di questo sistema economico che si basa sullo sfruttamento dei lavoratori… Due illusioni politiche in parallelo: una ambientalista, l’altra sociale.

D. Si spieghi meglio.

R. La lista che fa capo a Raffella Pirini ottenne nelle passate elezioni amministrative un notevole successo, mi pare oltre il quattro per cento. Gli animatori della lista erano quasi tutti agricoltori ricchi di Borgo Sisa, un po’ legati ai Verdi un pò al PD: una piccola borghesia agricola insomma, che aveva investito nella riconversione dei loro campi in coltivazioni biologiche, perciò erano i primi interessati a non subire le emissioni inquinanti.

Il primo nome che si diedero fu “Il clandestino“. Contro gli inceneritori e contro la costruzione di una centrale a bio-masse, riuscirono a mettere su un vero movimento di massa, con accenti radicali e apparentemente antisistema. Allora non c’era ancora la crisi e il tema degli inceneritori suscitava molta attenzione fra i forlivesi, organizzarono raduni di massa a cui parteciparono addirittura Grillo, che ancora era agli inizi con il movimento 5 Stelle, e Dario Fo.

In realtà tutta la loro azione era all’interno del sistema, in sostanza agivano come lobby di pressione nei confronti del PD. Basti pensare che ad un loro corteo, tentarono di impedire a noi del PCL di esporre le nostre bandiere.

Cavalcavano già l’idea dell’antipolitica. In compenso accettarono all’interno del corteo diversi esponenti politici (del PD, ma anche di Rifondazione) che, a suo tempo, avevano votato a favore dell’inceneritore in Comune e in Provincia. Anche la loro tattica era connaturata alla loro origine di classe. Raccolsero una marea di firme, completamente inutili e faldoni interi di studi tecnici, che nessuno leggeva, sulle emissioni inquinanti.

Ma non attivarono l’unico strumento veramente utile contro l’amministrazione comunale: un referendum per la chiusura degli inceneritori.

Dopo le elezioni comunali sono scomparsi, gli inceneritori vanno e probabilmente nessuno si ricorda del “clandestino”…  non credo che ripeteranno il successo di allora.

D. Insomma mi pare di capire che anche voi condividete la teoria della decrescita: produrre meno ma con più qualità.

R. Di teorie radical-ambientaliste e piccolo borghesi ce ne sono diverse: non solo quella della decrescita felice, che fa capo a Serge Lathouche, ma anche quelle del filone keynesiano-ambientalista. Secondo queste teorie la riconversione ecologica della produzione sarà una soluzione per il superamento della crisi: cioè un terreno fertile per il profitto e il rilancio dell’economia.

Secondo noi invece la ricostruzione di un rapporto corretto con l’ambiente naturale di cui siamo parte integrante è una questione di evoluzione della specie umana, pena la scomparsa nostra e della stessa natura. Ora che con la ricerca abbiamo approfondito la conoscenza del funzionamento della natura non possiamo più permetterci un sistema che si basa sulla crescita continua della produzione delle merci, siano queste biologiche, a chilometri zero ecc.

Un sistema che, oltre a questo, ogni tanto va in crisi proprio perché è sovradimensionato rispetto alle necessità ma che, paradossalmente, non soddisfa i bisogni primari di gran parte dell’umanità: casa, salute, alimentazione, istruzione.

Insomma non si tratta solo di produrre meno e meglio, ma bisogna produrre ciò che serve (all’uomo e all’ambiente) e non solo ciò che può essere venduto con profitto.

Solo distruggendo il capitalismo e programmando democraticamente la produzione eviteremo di distruggere il nostro pianeta.

D. Ultimo tema affrontato in questa campagna elettorale: la sicurezza. Come vi ponete voi di fronte a questo problema?
R. Se per sicurezza s’intende quella degli affari e delle proprietà dei banchieri e degli industriali…ebbene noi la vogliamo distruggere questa sicurezza, perché la loro sicurezza è contro la nostra. Ne muoiono tre di operai sul lavoro ogni giorno, ma evidentemente questo genere di “sicurezza” non interessa.

Se invece allude al fatto che Forlì è una città “dove è rischioso aggirarsi da soli di notte”. Via non scherziamo! Non siamo mica a Caracas…

Ma lo sa che gli avvocati a Forlì si lamentano che hanno poco lavoro? I penalisti poi non battono un chiodo. Naturalmente la destra ci marcia, soprattutto sulla questione del degrado. Ma quale degrado? Quello dei soli che ormai abitano il centro di Forlì e cioè gli studenti e gli stranieri… e a caro prezzo, perché gli affitti, spesso in nero… mica sono bassi.

Altro luogo comune: il centro è invaso dagli stranieri. Per forza, ormai ci abitano solo loro,… i giovani forlivesi li hanno mandati a stare in mezzo ai campi.

Allora noi diciamo… evviva gli stranieri… almeno loro la sera escono di casa…

È la strategia della paura: agitare lo spauracchio dell’immigrato, del rom, del diverso per fare percepire alle persone di essere in pericolo. Il tutto alimenta politiche di controllo sociale e ingrossa il portafogli di chi opera nel settore della sicurezza.

Questa amministrazione ha speso cifre notevoli per mettere in giro le telecamere e quali sono i risultati? Nessuno lo sa.

I problemi sono altri, la crescita delle tossicodipendenze (e non mi riferisco alle sostanze leggere) e la penetrazione della malavita organizzata. L’aumento della povertà di gente rimasta senza niente: anziani soli, gente che ha perso il posto di lavoro.

Ma cosa fanno le nostre forze dell’ordine? Vigili in testa, ma anche carabinieri, polizia ecc. ? Fanno le multe, fanno i blitz ai ragazzini per uno spinello. Invece di perseguire il lavoro nero, l’evasione fiscale dei ricchi e la malavita organizzata, che gestisce il traffico dall’alto.

”Arrestato sedicenne con sei piante di canapa coltivate in casa”. Così titolava in grande evidenza “Il Resto del Carlino” qualche giorno fa. Tutto questo nel paese di Berlusconi. Una legge feroce con i deboli e schiava dei potenti.

La sicurezza che ci preme è difendere la sicurezza di avere un posto di lavoro e quella di non morirci. La sicurezza di avere una casa, la salute, l’istruzione. Le vere emergenze sono queste.

E il PD, sindaco Balzani in testa, si vanta di aver stanziato un fondo di sostegno per i disoccupati. Una miseria di carità una tantum, tanto per lavarsi la coscienza, da dividere fra i richiedenti, purché disoccupati da meno di due anni. Uno che ha perso il lavoro da più tempo, evidentemente, non è previsto che esista…. Che razza di ipocriti!

Su questo ultimo punto il nostro programma prevede un salario di almeno 1000 euro (netti) al mese, per tutti i disoccupati e i giovani in cerca di lavoro, come leva per l’aumento generalizzato dei salari degli stipendi e delle pensioni.

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