AGGIORNAMENTI DALLA PALESTINA
Serata a cura del Partito Comunista dei Lavoratori,
sez. Romagna
24 gennaio ore 21.00
presso il circolo Karl Marx, via Via G. Matteotti, 23 – Forlì
Nessuno stato sionista in Palestina. Stop all’invasione del Libano. Fuori gli Stati Uniti dal Medio Oriente! Per una Palestina unica, democratica, laica e socialista!
Il 7 ottobre segna un anno da quando Hamas ha invaso le difese di confine nel sud di Israele, attaccato obiettivi militari, preso ostaggi – per lo più civili – ed è tornato alle sue basi. L’operazione ha colto Israele di sorpresa, ha distrutto il mito della sua invulnerabilità e ha paralizzato il processo di “normalizzazione” delle sue relazioni con gli Stati arabi complici sponsorizzati dall’imperialismo statunitense. Il dolore per la morte e il maltrattamento di civili inermi non può nascondere il fatto che la parte essenziale responsabile della violenza è lo Stato sionista e colonialista, che ha commesso pulizia etnica e genocidio contro il popolo palestinese dalla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, sotto la protezione dell’imperialismo britannico, con un salto drammatico quando lo Stato israeliano è stato fondato nel 1948, 76 anni fa.
Durante l’ultimo anno, gli attacchi e le operazioni armate di Israele hanno raggiunto anche la Siria, lo Yemen e l’Iran, sempre con il sostegno economico, politico e militare degli Stati Uniti, dell’imperialismo occidentale e dei loro governi. Israele ha anche la complicità esplicita o implicita dei nuovi imperialismi di Russia e Cina, e della maggior parte dei governi capitalisti dei paesi arabi. Al di là della sua retorica anti-israeliana, il regime reazionario e teocratico iraniano non ha sostenuto la resistenza palestinese nella pratica, in conformità con le sue aspettative. Allo stesso tempo, la più grande minaccia alla possibilità di una vera pace nella regione è l’oppressione sionista-imperialista.
Nonostante l’enorme disparità di forze e i massacri, Israele non è ancora riuscito a superare la resistenza palestinese, a smantellare Hamas o a recuperare gli ostaggi. Allo stesso tempo, nei principali paesi imperialisti, nel mondo arabo e a livello globale, con i giovani all’avanguardia, ci sono manifestazioni di massa, accampamenti e altre azioni in solidarietà con la Palestina, e il boicottaggio degli interessi sionisti che espongono il ruolo criminale di Israele. Gli attivisti sfidano la repressione e la persecuzione dei governi complici. Questo crescente rifiuto ha spinto la Corte Penale Internazionale e le agenzie delle Nazioni Unite a emettere risoluzioni di condanna di Israele, chiedendo un cessate il fuoco, l’arrivo di aiuti umanitari e la fine dell’occupazione di nuovi territori. Ma si limitano a dichiarazioni formali, senza sanzioni effettive. L’unico strumento decisivo per la vittoria rimane la resistenza palestinese e la solidarietà attiva dei popoli arabi e del mondo intero.
Il governo di estrema destra di Netanyahu, del Likud e dei partiti religiosi sta approfondendo la sua offensiva antipalestinese di natura chiaramente pogromista. Le proteste in Israele criticano il governo e chiedono che negozi lo scambio di prigionieri con Hamas, ma sostengono la dominazione sionista. I settori progressisti contro l’occupazione sono molto in minoranza. D’altra parte, l’Autorità Palestinese di Abu Mazen e l’OLP in Cisgiordania svolgono un ruolo di collaborazione più o meno aperta con Israele. Per quanto riguarda Hamas, Hezbollah e altre leadership nazionaliste borghesi e jihadiste, il loro progetto politico è uno Stato palestinese capitalista e fondamentalista islamico nello stile dell’Iran, che consideriamo reazionario e autoritario. Siamo separati da questa strategia da differenze inconciliabili, motivo per cui incoraggiamo la costruzione di una nuova leadership palestinese rivoluzionaria, socialista e internazionalista.
Nonostante queste differenze fondamentali, sosteniamo incondizionatamente la causa del popolo palestinese per la sua liberazione e autodeterminazione, il suo diritto a difendersi con tutti i mezzi a sua disposizione e a tornare e recuperare le sue case e terre usurpate. Facciamo appello ai giovani, ai lavoratori e ai popoli; alle organizzazioni popolari e a quelle per i diritti umani, agli attivisti arabi ed ebrei antisionisti negli Stati Uniti, in Europa, in Medio Oriente, nel Maghreb e nel mondo intero per raddoppiare la loro mobilitazione nel ripudio dello Stato di Israele e a sostegno della Palestina. Il primo compito dei socialisti rivoluzionari è quello di promuovere la massima unità d’azione possibile contro il genocidio sionista e in solidarietà con il popolo palestinese. Estendiamo questo sostegno al popolo libanese, oggi sotto attacco impunito da parte di Israele.
Non c’è stata, non c’è e non ci sarà alcuna pace giusta e duratura in Medio Oriente fino a quando persisterà l’oppressione dello Stato sionista, teocratico e terrorista di Israele, artificialmente posizionato come gendarme filoimperialista dei popoli arabi. Né con la fallimentare politica dei due stati, che l’imperialismo e i suoi alleati stanno cercando di ricreare, né con uno stato palestinese capitalista e islamista. Per svolgere un ruolo progressista, la classe operaia e i giovani israeliani devono rompere con il sionismo, rifiutare la sua guerra e sostenere la causa palestinese. La pace sarà possibile solo con la sconfitta definitiva dell’oppressivo Stato israeliano e la sua sostituzione con una Palestina unica, laica, democratica e socialista nel quadro di una rivoluzione socialista regionale.