Solo la lotta paga! Dopo una settimana di sciopero a oltranza gli “schiavi dei divani” ottengono una vittoria storica
Mentre il Governo Meloni era impegnato a varare la stretta repressiva del DDL 1660, grazie al quale verranno puniti con insensata severità azioni come l’opposizione alle grandi opere, o i blocchi stradali durante gli scioperi, a Forlì un gruppo di 17 operai principalmente pakistani ha portato avanti una lotta esemplare, organizzati da Sudd Cobas, con sciopero a oltranza e presidio permanente.
La lotta si inserisce nella rivendicazione 8×5, un movimento che chiede otto ore di lavoro per 5 giorni a settimana e condizioni di vita e di lavoro dignitose. Il Sudd Cobas dichiara: “Il movimento 8×5 è arrivato anche a Forlì. Un movimento che lotta per lavorare 8 ore per 5 giorni. Un movimento di lavoratori che conquista diritti e dignità, ma che costruisce strumenti, comunità e alternativa per tutti i lavoratori e le lavoratrici che sono ancora sfruttati. Grazie allə solidali da Prato e da Forlì che hanno sostenuto lo sciopero in questi giorni, e ancora una volta hanno dimostrato che quella 8×5 è una battaglia necessaria per tutti.”
Racchiusi in un sistema di scatole cinesi, tra una azienda appaltatrice e un’altra, avanzavano rivendicazioni di una semplicità disarmante: dal versamento dei contributi INPS ad una dimora dignitosa diversa dal magazzino senza riscaldamento adibito a dormitorio, dove alloggiavano dopo un turno di lavoro da 12 ore, da un aumento del salario, che era di 6 euro all’ora, fino ai più elementari dispositivi di sicurezza.
Anche dopo diversi intoppi nelle trattative, gli operai non si sono fatti intimidire e hanno ottenuto contratti a tempo indeterminato, un alloggio dignitoso e un accordo integrativo che va a migliorare le condizioni del CCNL del settore legno.
Questa lotta rappresenta un esempio virtuoso per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore dei divani e degli arredamenti, un settore dominato dagli appalti al ribasso, da turni di lavoro massacranti, dove dietro la scintillante etichetta del “made in Italy” si nascondono condizioni di sfruttamento ottocentesche, con lavoratori spesso scarsamente sindacalizzati, marginalizzati e invisibili.
L’esempio degli operai della Sofalegname dimostra che solo con l’auto-organizzazione operaia e la lotta è possibile cambiare le cose.
Solo la lotta paga!