Darwinismo padronale
Dopo aver eroso i diritti fondamentali dei lavoratori, strappati con le gloriose lotte degli anni Sessanta e Settanta, il padronato oggi lancia un’offensiva ancora più subdola e moralmente ripugnante: quella contro gli elementi più deboli all’interno della classe operaia, gli invalidi, le persone con limitazioni parziali, malati cronici o semplicemente i più sfortunati, che vengono colpiti da incidenti e infortuni, magari causati dalla scarsa formazione o dal mancato rispetto delle norme di sicurezza.
I dati parlano chiaro, pur arretrando l’occupazione, aumentano morti e infortuni sul lavoro: nei primi 8 mesi del 2015 le vittime sono state 752, 100 in più rispetto alle 652 vittime dello stesso periodo del 2014.
Il motivo? Semplice. In tempi di crisi il padrone taglia la sicurezza per mantenere inalterati o accrescere i propri profitti. Ne fanno le spese, a volte con la vita, gli operai? Non frega niente a nessuno. Gli annunci dei morti sul lavoro passano completamente inosservati, proprio perché “danni collaterali” del sistema capitalista.
Le condizioni di lavoro nelle fabbriche di oggi stanno facendo un viaggio a ritroso nel tempo verso la Rivoluzione Industriale. I neoassunti sono tutti giovani, da spremere con ritmi di lavoro insostenibili; vengono assegnati alle proprie mansioni senza un’adeguata formazione, oppure dopo una formazione fantasma, fatta di una serie di diapositive in una stanzetta. Spesso nessuno li affianca nell’utilizzo di macchinari potenzialmente mortali.
Grazie alla cancellazione dell’articolo 18, un vero e proprio atto criminale contro il mondo del lavoro, nessuno ha più la possibilità di denunciare condizioni lavorative a rischio, pena il licenziamento.
Dopo aver portato a casa questa importantissima vittoria (la completa ricattabilità del lavoratore e la libertà di spremerlo e buttarlo una volta “usurato”), il padronato rivolge la propria attenzione a chi non è “pienamente produttivo” ma che per svariate ragioni ha ancora qualche tutela contrattuale.
Emblematico è il caso del lavoratore dell’Electrolux allontanato dal posto di lavoro per via delle sue limitazioni parziali. L’obiettivo delle aziende ora è eliminare questi “pesi morti” e sostituirli con giovani in forze e senza tutele, magari elargendo qualche spicciolo come compensazione.
Altrettanto emblematico è il caso della Marcegaglia, protagonista delle cronache con i suoi altissimi tassi di infortuni (qui). L’azienda della ex presidentessa degli industriali, come molte altre, non arriva infatti al 7% di lavoratori invalidi stabilito per legge e preferisce pagare le multe (57 euro al giorno per lavoratore invalido mancante, non proprio altissima per la verità) piuttosto che assumere lavoratori da tutelare.
I proventi di tali multe vanno nelle casse dello stato che li restituisce ai lavoratori invalidi sotto forma di sussidi. In tutto questo giochetto chi ci perde sono ovviamente i lavoratori invalidi, che non avranno mai un posto di lavoro, e percepiranno sussidi da fame.
Le azioni del padronato sono pienamente comprensibili: i padroni pensano solo ai profitti, i lavoratori sono materie prime come le altre.
Quello che si fa più fatica a comprendere è l’atteggiamento di alcuni sindacati, che avallano con il solito silenzio questa strage giornaliera, come dimostrano i coraggiosi Rsu Fim-Cisl Electrolux Forlì e Fim-Cisl Romagna che contestano e non aderiscono alle azioni di lotta per il lavoratore parzialmente inabile ingiustamente licenziato.
Il padrone vorrebbe di nuovo essere nell’antica Roma, a buttare giù la gente dalla rupe Tarpea. Il padrone sul lavoro ti uccide. Quando va bene ti spreme e ti logora fisicamente fino a renderti non idoneo al lavoro, a questo punto ti butta fuori a calci in culo. Perché la sua sete di profitto non si ferma davanti a niente, in nome di un darwinismo sociale dove i più deboli, o quelli resi tali dallo sfruttamento intensivo del capitalismo, vengono eliminati silenziosamente, senza intralciare la marcia delle macchine.
Che fare dunque?
A questa visione del padronato noi proponiamo un darwinismo molto più severo: rinunciamo veramente agli elementi inutili, facciamo a meno di quelli che non apportano nulla alla società, i parassiti, quelli che non producono, quelli che vivono sulle spalle degli altri: la classe padronale.