Galli a Cesena…
Apprendiamo che sabato il nuovo soggetto politico “Sinistra Italiana” si presenterà anche a Cesena. Rimaniamo particolarmente colpiti dall’invito al professor Carlo Galli, docente all’Università di Bologna e, pare, sommo teorico di questa operazione politica. Siamo colpiti perché Galli è un simbolo di quella sinistra, posta a difesa del padronato e dello sfruttamento dei lavoratori, a cui il nostro partito si contrappone da sempre. Come se non bastasse l’ultimo annetto da parlamentare “critico” nel PD renziano – cioè nel partito che ha mosso un attacco senza precedenti alle condizioni di vita di lavoratori e studenti, Galli ha dimostrato l’assoluta inutilità, per i lavoratori, di una “sinistra” come quella che lui e i suoi degni compari di SEL (ne abbiamo anche per loro) vogliono tirare su, l’ultimo (speriamo) circo di un riformismo che non ha più senso di esistere e che in Italia sta già scomparendo sia come presenza nei territori sia come potenza elettorale.
Ci riferiamo al silenzio di tomba, di Galli come di i vari docenti “democratici e progressivi”, “di sinistra” senza se e senza ma, di fronte alla vicenda della casa editrice Il Mulino-Carocci, di cui descrivemmo a suo tempo la dinamica nel nostro articolo “Dossier sulla vertenza Carocci-Mulino” (reperibile qui). In breve, la casa editrice (che pubblica perlopiù testi di professori universitari come Galli) Il Mulino, collegato all’omonima associazione,storico cenacolo della borghesia liberale italiana che vede tra i suoi soci Giuliano Amato, Romano Prodi e Ignazio Visco – Il Mulino ha messo in atto il licenziamento di praticamente tutto il personale della controllata Carocci a Roma, e ha esternalizzato 14 redattori a Bologna; il tutto, come sempre, per massimizzare i profitti riducendo i costi della casa editrice che d’altronde è un’azienda che funziona come tutte le altre, basandosi sullo sfruttamento dei lavoratori.
Di fronte allo sciopero dei lavoratori e alla prospettiva di un notevole calo della qualità dei prodotti delle due case editrici, Galli e gli altri “sinistri” non hanno speso una sola parola per incoraggiare la lotta dei lavoratori contro i licenziamenti e contro lo sventramento delle due case editrici.
Così come i loro sodali di SEL, a parte esprimere una pacata e molto vaga solidarietà ai lavoratori in lotta nel polo logistico di Pievesestina, non hanno fatto nulla di concreto per appoggiare questa sacrosanta lotta, non hanno appoggiato lo sciopero generale dei lavoratori della logistica, e non mettono certo in dubbio il generale sistema di sfruttamento brutale della nostra industria, della nostra intera società.
Questa “sinistra” non solo è inutile per i lavoratori e tutti gli sfruttati: è per loro dannosa, perché alimenta l’illusione che possa esserci un’uscita dalla crisi dei padroni e una società giusta all’interno della barbarie del capitalismo. Noi, da comunisti, non ci stancheremo di ripeterlo: solo una sinistra dei lavoratori, che risponda sempre e solo ai bisogni delle masse, può e deve rappresentare i lavoratori stessi; solo l’abolizione dello sfruttamento, solo la fine della dittatura di banchieri e industriali garantiranno una società giusta e libera.
Le illusioni di una sinistra amica degli industriali, le illusioni del riformismo, hanno un solo posto nella storia: quello del pattume.
Il nostro partito, sempre e comunque contrapposto al populismo renziano e grillino, così come alle illusioni dei riformisti finti amici dei lavoratori, continuerà a stare a fianco degli sfruttati nelle loro lotte, indicando l’unica prospettiva realistica per loro: un partito rivoluzionario dei lavoratori, un governo dei lavoratori che la faccia finita col capitalismo e con la sua miseria.
Partito Comunista dei Lavoratori – Sezione Romagna