Venezuela: la polizia chavista uccide due operai per spezzare l’occupazione di una fabbrica della multinazionale Mitsubishi.
Il 28 novembre scorso nello stato di Aragua, tre dirigenti regionali della confederazione sindacale Unione Nazionale dei Lavoratori (UNT) – Richard Gallardo, Luis Hernandez e Carlos Requena- appartenenti alla sua ampia corrente di sinistra classista e all’organizzazione trotskista Unione socialista di sinistra (USI), sono stati assassinati, con ogni probabilità da sicari prezzolati della azienda alimentare “Alpina”, per il loro ruolo di sostegno e direzione della dura lotta degli operai di questa grande fabbrica, a proprietà colombiana, per un contratto dignitoso.
Questo a dimostrazione che nel Venezuela “socialista” del piccolo bonaparte Chavez i padroni, venezuelani o stranieri, continuano a fare, in difesa della proprietà privata delle loro fabbriche, quello che vogliono.
Ma la sera del 29 gennaio nella città di Barcelona (stato di Anzoteàtegui) non sono stati sicari padronali, ma la stessa polizia (che dipende dal governatore chavista dello stato, Tarek William Saab) a versare il sangue dei lavoratori.
La fabbrica locale della grande multinazionale Mitsubishi era stata occupata il 22 gennaio, contro la decisione di liberarsi di 135 lavoratori di una azienda di appalto con l’incarico della manutenzione dei macchinari, la Induservis (il voto per l’occupazione è stato di 863 si, contro 21 no e 4 astenuti).
Ma la magistratura su istanza della multinazionale, ha ordinato la fine dell’occupazione. Quando gli operai della Mitsubishi, hanno rifiutato di accettare l’ordine di un giudice presentatosi alla porta dell’azienda accompagnato dalla polizia e da alcuni crumiri , le “forze dell’ordine” hanno aperto il fuoco contro gli operai accorsi al cancello, uccidendone due – Pedro Suarez e José Marcano- e ferendone altri 12 (di cui cinque in modo grave).
Salutiamo la memoria di questi compagni come quella dei tre dirigenti sindacali di Aragua.
Espriamo la nostra piena solidarietà agli operai della Mitsubishi che continuano, di fronte alle reiterate minacce di magistratura e polizia l’occupazione della fabbrica.
Segnaliamo a tutti i/le militanti operai/e e di sinistra come ancora una volta i fatti dimostrino come non ci sia da aspettare salvezza dai demagoghi populisti “progressisti”, difensori della proprietà privata, come Chavez, ma solo dalla lotta di classe indipendente e dalla prospettiva del potere dei lavoratori e di un vero socialismo.
Franco Grisolia Resp esteri del PCL