Le “Ronde”: scenografia della crisi
Itagliani, evviva ! Arrivano le ronde. Anche a Forlì (sembra) vedremo pattuglie di probi cittadini vigilare nelle piazze, nei parchi e nelle viuzze più oscure del centro storico, ormai da anni in mano
ai drogati, agli zingari, ai clandestini e ai romeni violentatori. Ci penseranno loro a toglierceli dai coglioni. Aiuteranno le vecchiette a portare a casa la spesa, controlleranno davanti alle scuole che
nessuno faccia buco e chiunque si apparti in luoghi bui per farsi i cazzi suoi, dovrà finalmente render conto alla collettività dei suoi vizi più estremi.
Scena seconda: “ Nel prossimo futuro sul -Resto del Carlino-“
Proditoria aggressione ad una “Ronda” da parte di un branco di punkabestia, clandestini e drogati; l’intervento della polizia evita la strage. Il ministro Maroni: “Ora armeremo le ronde”. Ma il Premier precisa :” Solo con armi di piccolo calibro”. L’opposizione dice “ni”.
Scena terza: “ 6-7 ottobre 1922 Attacco fascista ai lavoratori”
“ Le due colonne incendiarono con esecuzione perfetta degli ordini ricevuti ,tutti i circoli delle zone percorse erano stati distrutti. Dall’alto del colle di Bertinoro si vedevano enormi salire al cielo le fiamme dei circoli incendiati. Sembrava una terra che un esercito in ritirata abbandona. Sul far dell’alba la distruzione era compiuta, ventotto circoli comunisti non esistevano più.”
Scena quarta “ La forza del dominio”
Il capitale è la forza che disgrega e ricompone ogni funzione sociale al solo fine della propria riproduzione. La contraddizione ordine-disordine nella società globalizzata è funzionale alla – produzione-distruzione del capitale medesimo ma è anche il suo problema principale.
L’agente del capitale, la borghesia (Industriali, banchieri, speculatori,grande criminalità) e la burocrazia politica al suo servizio, con l’immane potenza dei mas-media disorientano l’immaginaro della maggioranza atomizzata delle classi subalterne riorientandone le paure all’interno delle classi subalterne medesime( Guerre fra poveri). Così il controllo e la repressione in tempo reale, vista l’incompatibilità economica della prevenzione (Stato Sociale), diventano l’ossessione dominante della classi dominanti di inizio millennio e la loro unica risorsa di consenso.
Scena quinta, epilogo “ Lezione politica”
Vedi… il popolo, le persone semplici, credono che la realtà del mondo sia uguale a quella che li circonda, alle cose che vedono e che possono toccare con mano. Se cercassimo di dirgli la verità, di spiegargli come veramente funzionano le cose, non ci capirebbero perché non ne hanno gli strumenti. Oppure non ci crederebbero perché così dovrebbero assumersi delle responsabilità e non sono abituati; oppure, ancora peggio si ribellerebbero, diventerebbero dei sovversivi. Così è meglio assecondare i loro luoghi comuni, le loro paure infantili. In fondo è meglio che abbiano paura del romeno e della zingarella piuttosto di ciò che veramente li minaccia. Non possiamo certo dirgli che questa crisi inevitabilmente saranno loro a pagarla. Noi non possiamo e non vogliamo. Questo è certo…
Fermiamo queste scene!
Per saperne di più 334-1992643