La lotta di classe in Corea del Sud
Le immagini riportate nel breve video di Youtube, che vi segnaliamo (South Korea: Ssangyong’s Workmen clash with Police ) per sé stesse ci dicono della determinazione e della organizzazione con cui un reparto della classe operaia sud-coreana, come è nella tradizione di quel movimento di classe, sta combattendo in difesa dei suoi interessi immediati.
Gli interessi, i numeri, la contabilità del capitale dicono che lo stabilimento di Ssangyong deve chiudere. I lavoratori non ci stanno, per la loro “contabilità” i conti non quadrano così stanno rispondendo con una dura lotta che da mesi si protrae. Per stroncarla 3.000 poliziotti hanno lanciato l’assalto, da terra e dal cielo, contro il migliaio di operai asserragliati nella fabbrica.
Non conosciamo l’esito della battaglia che si è svolta qualche giorno addietro.
Vogliamo salutare questi proletari della lontana Asia con le parole adoperate qualche mese fa da proletari della vicina Francia, impegnati anch’essi in una analoga lotta contro i licenziamenti dettati dalla contabilità capitalistica. Ha detto il rappresentante degli operai francesi della multinazionale Continental parlando ad Hannover durante una manifestazione unitaria con gli operai degli stabilimenti tedeschi del gruppo:
“La chiusura di una fabbrica non è destino, invece è una scelta, una scelta disumana e inammissibile che ha l’unico motivo di guadagnare più soldi. Con la lotta siamo in grado di far fallire i loro progetti, di costringerli con la forza a cambiare la loro scelta, poiché loro hanno questa scelta. Il fattore decisivo è il rapporto di forza tra noi e loro. (…) Non abbiamo nulla da perdere. I sacrifici che questa lotta richiede non sono niente in confronto ai sacrifici che ci vengono imposti dai padroni e dai loro servi, dai loro alleati aperti e nascosti. (…) Loro ci vogliono spezzare la spina dorsale, portandoci al macello come pecore. Invece no, loro hanno da combattere con operai in lotta che tengono testa al loro destino”.
La forza di classe messa in campo dagli operai francesi della Continenal ha pagato! Essi hanno venduto la pelle a caro prezzo (e non è cosa da poco!). Non si sono fatti gettare sul lastrico e soprattutto hanno sventato il disegno capitalistico di frantumare – spezzare la spina dorsale appunto – qualsiasi livello di resistenza organizzata e compattezza delle fila proletarie.
Che sia così anche per la lotta alla Ssangyong Motor!
Difesa intransigente degli interessi proletari, classe contro classe!
Un compagno napoletano