VIA IL GOVERNO BERLUSCONI UN SULTANATO BENEDETTO DA CONFINDUSTRIA E VATICANO
Il governo Berlusconi – cui il centrosinistra ha spianato la strada- rappresenta a tutti gli effetti il governo più reazionario che l’Italia abbia conosciuto dal 1960. L’attacco del “sultano bonaparte” alle critiche giornalistiche, con i metodi della più volgare intimidazione, è parte di un’offensiva più generale, che passa per l’aggressione al contratto nazionale di lavoro ; per la demolizione sistematica della scuola pubblica; per le più ciniche politiche xenofobe; per il matrimonio con la Segreteria di Stato vaticana ( e persino coi suoi interessi interni alla Chiesa), lungo una china sempre più preoccupante.
A questa valanga non corrisponde alcuna adeguata opposizione. I vertici del PD balbettano su tutto: da un lato parlano di “fascismo”, dall’altro avallano il federalismo antimeridionalista, sostengono l’accordo antioperaio contro i diritti contrattuali, tacciono pudicamente sul clericalismo ( nel migliore dei casi), appoggiano la guerra in Afghanistan. La loro unica preoccupazione è riconquistare i favori di quei poteri forti che oggi fanno affari con Berlusconi (dopo averli fatti col centrosinistra). Per questo non possono opporsi seriamente al Cavaliere. Quanto alle sinistre ex ministeriali, sembrano unicamente interessate alla propria sopravvivenza istituzionale e al recupero di un’alleanza politica col PD: la stessa che le ha mandate in rovina. Anche per questo “criticano”, “denunciano”, ma non indicano concretamente alcuna prospettiva politica e d’azione.
Così non va. Così si corre il rischio o di una sopravvivenza, sempre più pericolosa, del berlusconismo, o di un suo rimpiazzo da parte di un’operazione borghese trasformista, a guida Fini- Casini- Rutelli- Montezemolo, In ogni caso una sconfitta dei lavoratori e delle loro stesse ragioni sociali e democratiche. IL PCL indica e propone un’altra strada. Proponiamo a tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, a tutto l’associazionismo popolare, democratico, antifascista, un vasto fronte unico di lotta per la cacciata di Berlusconi dal versante dei lavoratori.
1) Per un piano di rivendicazioni democratiche intransigenti: ritorno ad una legge elettorale proporzionale pura; abolizione del Concordato e di tutti i privilegi economici e giuridici del clero; permesso di soggiorno a tutti i lavoratori migranti; ritiro delle truppe da tutti i teatri di guerra…
2) Per l’apertura di una vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, su una piattaforma unificante: che rivendichi in primo luogo il blocco dei licenziamenti ( pubblici e privati), a partire dall’occupazione di tutte le aziende che licenziano.
3) Per lo sviluppo della più vasta e radicale mobilitazione operaia e popolare, a carattere prolungato, che crei le condizioni della cacciata del governo Berlusconi, nella prospettiva di un’alternativa vera: un’alternativa di società e di potere alle classi dirigenti del Paese.
E’ un piano di lotta che ha due implicazioni : l’unità d’azione delle sinistre, la loro totale autonomia dal PD e da tutte le forze borghesi. Perché non costituire insieme un “Parlamento dei lavoratori e delle sinistre”, che dibatta apertamente sull’opposizione a Berlusconi e sulla costruzione di un’alternativa vera, col coinvolgimento attivo di tutto il popolo della sinistra?
PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI