Lo sciopero nazionale convocato dalla Cgil il 25 Giugno può e deve combinarsi con una grande manifestazione nazionale a Pomigliano contro il piano Marchionne, che colpisce e ricatta gli operai italiani e polacchi. Solo un’aperta rivolta operaia, che renda socialmente ingovernabile il piano Fiat, può tutelare la dignità dei lavoratori di Pomigliano e sottrarli a un futuro di servitù. Solo una mobilitazione generale del mondo del lavoro, al fianco dei lavoratori della Fiat, può rovesciare i rapporti di forza e aprire uno scenario nuovo per tutti i lavoratori. Per questo lo sciopero del 25 deve trasformarsi nell’inizio di una mobilitazione continuativa e radicale, sostenuta da tutte le sinistre politiche e sindacali, che ricomponga l’unità tra lavoratori pubblici e privati. Deve rivendicare la difesa dei diritti sindacali, il blocco dei licenziamenti, la ripartizione fra tutti del lavoro esistente, il ritiro della manovra Tremonti. E può anche ricordare a Bonanni che nel 1962 la rivolta operaia di Piazza Statuto a Torino contro un sindacato giallo, preparò la svolta dell’autunno caldo.