ALEMANNO NELLE FOGNE, NON NELLE PIAZZE!
Alemanno invitato a Meldola ad un’iniziativa della provincia di Forlì-Cesena a parlare al “PiadinaDays” di Lucio Battisti (sic!)…
Ma per noi, Alemanno rimane un “ospite” sgradito!
Ancora una volta il nostro territorio è toccato da queste squallide iniziative bi-partisan, con esponenti delle amministrazioni di centro-sinistra a braccetto con vecchi e nuovi fascisti (in questo caso Alemanno), con il malcelato obbiettivo di sdoganare personaggi, miti e ideologie fino a poco tempo fa costrette alla marginalità, alla penombra, appunto alle fogne. Oggi, al crepuscolo della Seconda Repubblica, all’interno della più grave crisi capitalistica dal 1929, tra miseria e disoccupazione galoppante, l’imperativo categorico per riformisti e liberali sembra essere diventato quello della “pacificazione nazionale” e quindi meglio dimenticare il passato, tanto l’anti-fascismo non porta più voti!
Così la Resistenza, la lotta irriducibile tra chi voleva e vuole un mondo liberato da oppressione e sfruttamento contrapposto a chi invece difendeva e difende gli interessi della classe dominante, sintetizzabili nella formula “Profitti per pochi, fame per molti” viene irrisa e vilipesa o, nel migliore dei casi, accantonata, mentre tutto il resto finisce, nel senso letterale del termine, a tarallucci e vino, anzi a piadina e vino, magari con la musica di Battisti in sottofondo ad allietare i presenti; che bella occasione per concedere un palcoscenico a quel losco figuro di Alemanno, senza rimembrare chi era costui.
Noi intendiamo farlo: Gianni Alemanno vive la stagione degli anni ’70 da squadrista, aderendo, da fascista qual è, al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del MSI, della quale diventerà pure segretario nazionale. Discepolo di Almirante, già gerarca dell’Italia fascista prima e della Repubblica di Salò poi, uno dei firmatari del Manifesto della Razza col quale si sanciva che gli italiani erano razza ariana eletta, Alemanno viene arrestato nel 1981 per aver sprangato, insieme ad altri camerati, un giovane studente di sinistra.
Eletto sindaco di Roma nel 2008 viene salutato sotto al Campidoglio da una folla esultante a suon di saluti romani. Non ha mai rinnegato né il suo passato da squadrista, né la croce celtica che addirittura porta come ciondolo al collo, nascosto sotto al doppiopetto (è pur sempre un fascista da salotto Alemanno). Interrogato a proposito da una giornalista, si è giustificato asserendo che per lui la croce celtica “rappresenta un modo di essere del cristianesimo nella sua fase celtica” dimenticando però di ricordare che è stato il gagliardetto della divisione Charlemagne della Waffen SS, cioè della brigata nazista che combattè fino all’ultimo per difendere il bunker di Hitler. Proprio per questo la croce celtica ha assunto, dal dopoguerra, un significato politico, non religioso, divenendo oltretutto l’effige delle più becere organizzazioni fasciste, come l’OAS in Francia e, in Italia, proprio il Fronte della Gioventù capeggiato da Alemanno.
Attualmente questo fascista guida il comune di Roma, ha le mani impomatate, non le sporca più col ferro della spranga, ma evidentemente c’è chi lo fa al posto suo:infatti, durante i 2 anni della giunta Alemanno, Roma è stata segnata da numerosissime aggressioni neo-fasciste contro compagni, immigrati, omosessuali ed emarginati, nella più totale impunità. Una città con un centro luccicante per attirare i turisti ed estese periferie-dormitorio dove c’è una cronica carenza di servizi sociali (scuole, ospedali, alloggi popolari) e centri di aggregazione, dove tantissimi non possono permettersi di comprare una casa in cui vivere mentre migliaia e migliaia sono gli appartamenti di proprietà di grandi palazzinari (e dello stesso Vaticano) tenuti sfitti per far inflazionare il prezzo degli affitti, il sindaco Alemanno se la prende solo e unicamente coi rom, colpevoli di essere la minoranza più ghettizzata e marginale tra tutte, quindi la più facile da colpire e da additare come capro espiatorio responsabile di tutti i mali che affliggono gli altri membri delle classi deboli.
Sgomberando i campi rom, abbattendo le baracche abusive, deportando famiglie con bambini (non certo per spedirli nelle case sfitte possedute da quella grande associazione a delinquere che è il Vaticano, ma per fare qualche spot pubblicitario da primo cittadino “legge e ordine” prima che le stesse baracche si ripopolino di altri reietti) si favorisce la più tradizionale guerra tra poveri, assicurando così la pace sociale tanto cara al capitale che può tranquillamente sfruttare gli stessi rom al nero come carne da macello nei tanti cantieri edilizi della zona. In questo la giunta Alemanno, a dir il vero, non è poi così tanto dissimile dalle precedenti di centro-sinistra trainate da Veltroni e Rutelli, tanto è vero che recentemente Serra (ex prefetto capitolino, ora deputato PD) ha lamentato ad Alemanno il fatto di non aver cacciato via da Roma neppure un rom!
Contro centro-destra e centro-sinistra a marchio Confindustria,
costruiamo il polo autonomo di classe!
Unità degli sfuttati contro gli sfuttatori!
Cacciamo via i fascisti abbattendo il capitalismo!
Facciamo rivivere e onoriamo la Resistenza di ieri nelle lotte di oggi!
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