Tessera del tifoso: tra schedatura di massa e passione mortificata al bancomat.
Con la tessera del tifoso siamo di fronte al solito sporco affare che si maschera dietro al banale spauracchio della sicurezza.
Come sempre, e’ stato creato un nemico e criminalizzato, generalizzando un’intera categoria, in questo caso le tifoserie organizzate.
Per questo lo diciamo senza mezzi termini, la tessera del tifoso serve solo ai banchieri e ai magnati delle TV.
Sia chiaro, di fronte alle serrate aziendali e agli attacchi padronali al mondo del lavoro la tessera del tifoso e’ sicuramente una “bazzecola” ma di bazzecola in bazzecola e a forza di ingoiar rospi ci ritroviamo dentro ad un regime capitalista sempre più oppressivo che calpesta la dignità, la privacy e le stesse esistenze della maggioranza della popolazione che suda e lavora per arrivare a fine mese. E così, come dicevamo, oggi ci troviamo con un ennesimo strumento repressivo nelle mani dello Stato.
Da adesso quindi, chiunque vorrà acquistare un biglietto per andare a vedere una partita di pallone dovrà fare un’operazione bancaria, pagando in aggiunta le inevitabili commissioni!
La tessera del tifoso, ovviamente ricaricabile, è una sorta di bancomat che seppur all’interno del circuito bancario non vede riconosciuto nessun interesse attivo.
Le banche, al contrario, dispongono così di ulteriore liquidità e coinvolgono nelle loro operazioni finanziarie gli ignari fruitori.
Cosa c’entrano le banche? Che il calcio sia ormai un’autentica industria e’ pia’ che evidente, girano miliardi e vengono spesi solo in serie A qualcosa come 1 miliardo di euro in stipendi ai giocatori.
Il calcio coinvolge alcuni milioni di appassionati disposti a pagare decine di euro pur di seguire la propria squadra, è chiaro quindi che anche le banche tentino d’inserirsi a piene mani in questo business.
Inoltre, e’ certamente lapalissiano che sia stato Giancarlo Abete (presidente della FIGC) a spingere affinché la tessera del tifoso diventasse realtà, il cui fratello e’ Luigi Abete, il vicepresidente dellABI (Ass. Bancaria Italiana) nonché presidente della BNL.
Come vedete a pensar male di solito ci si prende…
Così, mentre si giustifica l’introduzione della tessera del tifoso in nome della sicurezza negli stadi, la speculazione dei soliti affaristi si fa largo.
Sicurezza negli stadi, che peraltro, lasciatecelo dire in tutta onestà, sarà ancora più improbabile, perché il primo rischio è quello di vedere mischiati nello stesso settore, tifosi di due tifoserie, come già avvenuto alla prima giornata di campionato.
L’altro “problema” è costituito da coloro che lo stesso Ministero dell’Interno definisce i “cani sciolti”. Gli ultra’ hanno già fatto sapere che in assoluto non rinunceranno a mettersi in viaggio e raggiungeranno lo stadio, ma resteranno fuori.
Un pò per scelta consapevole della iattura rappresentata dalla tessera del tifoso e altri perché la tessera viene negata a chiunque abbia avuto precedenti allo stadio, ai quali non verrà quindi rilasciata nemmeno una volta scontata la diffida, negando di fatto lo stesso diritto costituzionale che prevede la pena funzionale alla rieducazione.
Ma non e’ finita qui!
Un altro inquietante particolare e’ che le tessere sono dotate del RFID (Radio Frequency Identification Devices), una sorta di chip telematico.
Sul perché sia stato inserito uno strumento che permette d’identificare ogni spostamento dell’ignaro possessore e’ tutt’altro che spiegabile, ma tante’…
Gli stadi sono parte integrante delle nostre città è pertanto assurdo che la politica rifiuti di confrontarsi con essi o ancor peggio che si affidi alla semplice repressione!
Ancora una volta, il governo Bossi-Berlusconi, con il complice silenzio di un’opposizione latitante ha dato prova d’inciviltà.
Dalle fabbriche fino agli stadi, e’ ora che germogli una nuova resistenza, perché finché si combatte nulla e’ perduto.
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