GRAVE IL SI’ DELLA FIOM ALLA EX BERTONE
Il Sì della dirigenza Fiom all’accordo con Fiat nella ex Bertone segna un arretramento grave del principale sindacato dell’industria: ben al di là della specifica vicenda di quella fabbrica.
Dire Sì alla Fiat “ per non subire il ricatto” significa contraddire clamorosamente la battaglia di Pomigliano e Mirafiori, e fare un regalo insperato a tutti gli avversari della Fiom: la Confindustria, i sindacati asserviti di CISL E UIL, la stessa direzione della CGIL. Ma non solo. La Fiom ha rappresentato nell’ultimo anno una forma di resistenza al padronato e alla concertazione, e per questo un fatto di incoraggiamento per milioni di lavoratori. Ammainare la bandiera del No a Marchionne non significa solo disarmare la resistenza negli altri stabilimenti Fiat, ma disorientare e indebolire la lotta di classe dell’intero movimento operaio italiano. E questo nel momento di massima difficoltà.
La verità è che non si può reggere isolatamente fabbrica per fabbrica: ma questo deve significare generalizzare e radicalizzare il fronte di lotta; non ripiegare all’indietro e in ordine sparso.
La svolta del Sì nella ex Bertone dimostra dunque, una volta di più l’esigenza di una svolta radicale del movimento operaio, oltre la soglia del sindacalismo tradizionale. Il bivio è sempre più netto: o una svolta unitaria e radicale per rompere l’assedio, o il rischio di una Caporetto disastrosa. O si avanza o si arretra: in mezzo al guado non si può restare.
Il PCL si batterà sino in fondo per la svolta radicale, in piena continuità con la propria battaglia sindacale e di massa.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI