Due rapidi conti sulla favola del reddito di cittadinanza
Non è una favola di Esopo, ma una burla reale. Alla pari della “Volpe e l’uva”, o del “Lupus et Agnus” di Fedro, solo che questa volta la morale è ben diversa. Questa nuova beffa ai danni dei disoccupati è tanto ridicola quanto subdola e reazionaria.
Si gioca, come sempre sull’incapacità di molte persone di capire la distinzione tra “valore reale” e “valore nominale” delle cose, specialmente del denaro.
Tant’è che agli occhi di chi appartiene a una fascia di basso reddito, quali precari o disoccupati, quantificare quanti in realtà siano 17 000 000 000 (miliardi) è assai difficile, sono un bel pugno di dollari… 4 manovre IMU. 1/3 del Fiscal Compact. IL COSTO DI OLTRE 50 PARLAMENTI!
In realtà sono una superba e costosa follia propagandistica.
Ora prendiamo 17 000 000 000 e dividiamoli per 10 000 000 di aventi diritto (anche se secondo il Sacro Blog sono di più).
17 000 000 000 : 10 000 000 = 1700 € (Reddito di Cittadinanza annuo pro capite).
Dividiamo questo sfarzoso salario per le 12 mensilità:
1700 : 12 = 141,66 € al mese.
Quindi, una manovra vistosissima per 140 € al mese.
I sostenitori reazionari del M5S sostengono fortemente che questo Reddito di Cittadinanza sia la chiave dell’equità sociale e della riacquisizione della dignità umana.
Il PCL si oppone a queste forme di carità catto-reazionaria, e continua come sempre a sostenere che l’unica strada che conduce all’equità sociale e alla pari dignità sia la ripartizione del lavoro fra tutti a parità di paga, cioè lavorare tutti per lavorare meno, e che l’unico modo per ottenerla sia l’opposizione di lotta dei lavoratori a queste manovre populiste degne del Duce, che altro non ottengono se non avvelenare la coscienza dei lavoratori, degli sfruttati, per metterli uno contro l’altro. Abbiamo lottato, lottiamo e lotteremo sempre contro il populismo “pacificatore”.