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COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo dalla lettura del “Corriere Romagna” del 28/08 che il segretario provinciale della UIL Luigi Foschi definisce lo sciopero convocato dalla CGIL per il prossimo 6 settembre “precipitoso”, dichiarando che la UIL non aderirà perché fiduciosa di poter “condizionare” il dibattito parlamentare.

Esternazioni di questa natura, espresse dalla bocca di un sedicente sindacalista, fanno veramente imbestialire, perché si evince chiaramente che costui è o un ingenuo o un disonesto, mentre la sua organizzazione sindacale è certamente più interessata alla tutela della pace sociale (ad esclusivo vantaggio del padronato) piuttosto che a una genuina difesa del mondo del lavoro. Infatti, se la classe lavoratrice non mette in campo la sua forza (attraverso lo sciopero), come diavolo potrà “condizionare” il dibattito parlamentare?

Forse con qualche struggente letterina timbrata dalla UIL e diretta ad una masnada di nominati e corrotti (dicasi parlamentari), al soldo di Confindustria, grandi banche e Vaticano?

Le critiche che come Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) muoviamo alla CGIL e in particolare alla sua burocrazia dirigente (a partire dalla sua segretaria Susanna Camusso, della quale chiediamo le immediate dimissioni) sono di segno opposto: inaccettabile che la CGIL abbia firmato (28 giugno e 4 agosto) due intese vergognose con Confindustria, banchieri, CISL, UIL più altri soggetti padronali per una nuova concertazione con le classi dominanti in attesa di un probabile cambio di governo; deprecabile che la CGIL non stia preparando una seria stagione di lotta, che non abbia alcuna prospettiva a lungo termine per il dopo 6 settembre, cioè dopo le rituali 8 ore di sciopero ogni 6 mesi che non cambieranno di certo gli squilibri di forza tra le classi, mantenendo inalterato l’attacco a giovani, lavoratori, precari, disoccupati e pensionati!

Come PCL naturalmente daremo pieno sostegno e partecipazione alla mobilitazione del 6 settembre, ma spenderemo le nostre energie militanti per invitare al prolungamento dello sciopero, con l’intento di bloccare davvero il paese, combinato con l’assedio di massa di prefetture e sedi confindustriali e contestazioni di massa a sindacati organicamente padronali e governativi quali CISL e UIL.

Il 6 settembre dovrà segnare l’inizio di una mobilitazione di massa, radicale e continuativa, sino al ritiro della manovra e alla cacciata del governo: una mobilitazione che unifichi attorno a sè l’enorme indignazione popolare e assuma i caratteri di un’autentica rivolta sociale contro la dittatura delle banche, degli industriali, del Vaticano. 
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) sezione “D: Maltoni” Forlì-Cesena

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