La vicenda Marcegaglia: banco di prova nazionale
Sullo sfondo di queste mobilitazioni si presentano gli avvoltoi della politica. Ieri al presidio degli operai della Fiom-Marcegaglia, complice la presenza delle telecamere di “La7” sono comparse alcune figure istituzionali, compreso Zoffoli (sindaco di Forlimpopoli) che ha avuto la “faccia tosta” di farsi vedere (incassando la sua dose di fischi), dopo essersi schierato con Marcegaglia contro gli operai. Non meno ridicola la presenza dell’IdV che ha votato la fiducia al governo Monti e oggi cerca goffamente di smarcarsi dalle sue politiche anti-operaie. Francamente ridicola persino la presenza di Rifondazione che mentre esprimere solidarietà ai lavoratori Marcegaglia, sostiene il presidente di provincia Bulbi il quale ha dichiarato la sua totale subalternità all’impresa. E’ ora della coerenza: o con i lavoratori o con i padroni, in mezzo non si può stare!
I militanti operai del PCL, in prima fila nella lotta Marcegaglia non si limitano a richiedere solidarietà, ma combattono per affermare una strategia politica alternativa e invertire la tendenza e iniziare a vincere. Respingere i ricatti dell’impresa è possibile, ma solo con uno sciopero generale e prolungato. Non è più l’ora degli scioperi centellinati. I padroni vogliono lo scontro? E scontro avranno. I lavoratori possono vivere senza padroni, sono i capitalisti che non possono produrre senza operai.
Il governo Monti al servizio di industriali e banchieri ha scelto lo scontro. Ora la CGIL deve rompere con il governo, e quindi con i partiti che lo sostengono. Questa è oggi la frontiera di una battaglia di massa su cui impegnare unitariamente tutta la sinistra di classe, sindacale e politica. La classica “concertazione” degli anni ’90 e del precedente decennio è ormai un ferro vecchio. Le imprese, a partire dalla Marcegaglia, procedono a una politica d’urto che smantella il contratto nazionale di lavoro e mette la Fiom fuori dalle principali fabbriche come non avveniva dal ’45. E’ ora di passare alla controffensiva, e fare come in Grecia!
Se la classe operaia ritrova la fiducia nella propria forza, e la dispiega sino in fondo, tutto diventa possibile. Anche cacciare i sindacati dei padroni (Cisl e Uil) dalle fabbriche. Anche sconfiggere il governo Monti e la sua maggioranza. Anche conquistare un governo dei lavoratori. Il Partito Comunista dei Lavoratori e i suoi militanti operai sono e saranno ovunque in prima fila.