L’intervista al sindaco di Ravenna Matteucci (PD) apparsa sul “Corriere Romagna” del primo ottobre ha dell’incredibile: come militanti del Partito Comunista dei Lavoratori ci sentiamo obbligati a consigliarne la lettura solamente ad un pubblico adulto, possibilmente a stomaco vuoto.
Il sindaco “democratico” infatti affronta il corteo NO TAV del 13 ottobre, che sfilerà nella “sua” città, in un modo talmente doppiogiochista da ricevere i complimenti di Ponzio Pilato, se costui fosse ancora vivo. Entriamo così nel merito delle dichiarazioni del primo cittadino (tenetevi forte!): Matteucci comincia col dichiararsi “favorevole alla TAV”, e fin qui nulla di strano, vista la sua appartenenza ad un partito grande amico di costruttori, industriali e banchieri. Ma subito dopo comincia lo spettacolo, una vera e propria fiera di ipocrisie e falsità. Infatti Matteucci sostiene che, per carità, pur non condividendone le ragioni, “il diritto a manifestare è fuori discussione”. Eppure dovrebbe sapere, visto che è a capo della città, che la Questura ravennate da molti mesi si sta distinguendo nel negare questo diritto, impedendo ogni assembramento sotto i cancelli della CMC (ditta ravennate che sta dietro la realizzazioine della Torino-Lione appunto), schedando i partecipanti a pubbliche assemblee contrarie all’opera, ospitate per giunta all’interno di stabili “concessi” dallo stesso Comune (vedi il centro sociale Spartaco) e facendo cadere la mannaia delle denunce e dei fogli di via sui compagni rei di avere sfidato i divieti del democratico Questore.
Tra l’altro le ultime denunce per manifestazione non autorizzata e per altri reati politico- associativi sono arrivate a pochi giorni dalla manifestazione del 13 ottobre, ai danni di 31 compagni (ai quali va la nostra incondizionata solidarietà da rivoluzionari).
Ma su questo Matteucci non sente affatto il bisogno di esprimersi!
Inoltre, sempre a ridosso del 13, toh, ha preso fuoco il C.S. Spartaco, struttura che avrebbe dovuto accogliere i manifestanti giunti da fuori regione.
Nemmeno su questo il sindaco ha voluto dare un suo parere!
Ma torniamo alla nostra intervista: Matteucci invita i suoi concittadini a “non aderire al corteo anti-CMC” del 13 perchè è “un’impresa ravennate di cui essere orgogliosi” e perchè “va difeso il lavoro della nostra gente”. Queste ultime due frasi possono risultare logiche e consequenziali, se lette in modo superficiale e disattento, ma non è così.
Per fare un paragone, sarebbe come dire che attaccando Marchionne e la famiglia Agnelli-Elkann (e quindi l’azienda FIAT) si colpiscono i lavoratori FIAT. Nulla di più assurdo.
In realtà la difesa dei lavoratori (anche dei dipendenti CMC) non coincide affatto con la difesa dell’azienda (ovvero della sua dirigenza di affaristi riciclati dalla politica di Palazzo).
In sistema capitalista, dove vige cioè il dominio della classe borghese su quella proletaria, l’operaio, e il lavoratore più in generae, può difendersi ESCLUSIVAMENTE se combatte i propri capi/sfruttatori, dentro e fuori dalla sua fabbrica e dal suo posto di lavoro.
Questo vale anche per la CMC, e i lavoratori CMC possono e devono essere nostri alleati, lottando non solo contro la TAV, ma anche contro i contratti precari e i salari da fame offerti dalla ditta, per l’esproprio senza indennizzo della CMC, la cacciata dei suoi amministratori e l’autogestione sotto controllo operaio dell’azienda stessa.
Solo così si potranno porre le basi per l’utilizzo delle competenze acquisite dai lavoratori CMC in opere utili alla collettività quali la riqualificazione dell’esistente, per fermare il dissesto idro- geiologico del territorio, e non per l’ultimazione di grandi opere quali la TAV, assolutamente inutili (se non per qualche avvoltoio capitalista e per i partiti borghesi che vivono di mazzette).
Quindi, lottare contro la CMC (vale a dire contro la dirigenza CMC) significa difendere i lavoratori CMC. Matteucci comunque, evidentemente in preda ad un default cerebrale, insiste con le sue castronerie, dichiarando che la CMC è “una grande impresa cooperativa, totamente autonoma dai partiti” (potete ridere!).
Forse Matteucci voleva dire “totalmente autonoma dagli ALTRI partiti” visto che è storia nota che la cooperativa muratori e cementisti (CMC) abbia sempre avuto un legame di ferro, una vera e propria simbiosi, con il PCI, mantenendo questo solido rapporto fino ai giorni nostri, quando il PCI, essendo crollato il Muro di Berlino e lo stalinismo che lo sorreggeva, è divenuto PD. Gli uomini al comando della CMC provengono TUTTI da questa tradizione politica, altro che “impresa autonoma dai partiti”, come vorrebbe far credere l’affabulatore Matteucci, che infatti si erge a difensore d’ufficio della CMC, chissà perchè…
Occhio però al gran finale: qui Matteucci si supera, e da vero campione della cialtroneria, lancia la sua arringa finale pro-CMC. Testuali parole: “Sono contrario al Ponte sullo Stretto di Messina, ma trovo giusto che la CMC abbia partecipato agli appalti e mi fece piacere quando ne vinse una parte”.
Gli ideali di Matteucci sono granitici, la sua contrarietà al Ponte voluto da Berlusconi è inossidabile, ma i profitti della CMC vengono prima…e attenzione, la cosa è del tutto disinteressata, visto che la CMC è “autonoma dai partiti”. Concludiamo rivolgendo un grazie a Matteucci (che ci ha fornito ancora più motivi per partecipare al corteo ravennate del 13) e un invito ai compagni della Federazione della Sinistra: rompete immediatamente, a Ravenna e in tutt’Italia, le giunte che vi vedono impegnati a fianco di un partito quale il PD, acerrimo nemico dei lavoratori e dei movimenti. Non potete continuare a tenere i piedi in troppe scarpe…o alla lunga rimarrete senza scarpe! O di qua o di là!