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Assassinato Chokri Belaid del Fronte Popolare Tunisino. L’urlo è unico ed immenso: Dégage!

di Maddalena Robin
Un avvocato originario della regione di Sousa, che ha dedicato la sua vita al fianco degli oppressi dai regimi, e degli ultimi della società, un compagno militante delle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria tunisina. Questo era Chokri Belaid, assassinato questa mattina per strada, davanti alla sua abitazione, con quattro colpi di pistola sparati a bruciapelo da una motocicletta e non un “esponente laico” come lo stanno descrivendo i media.

Da mesi Belaid riceveva minacce a causa del suo impegno politico e per essere una delle voci della verità e della giustizia sociale in Tunisia. Non aveva mai perso l’occasione per denunciare pubblicamente i misfatti e le ingiustizie degli islamisti al potere. Per questo è stato punito a morte, come denunciano i compagni e familiari, che chiamano direttamente in causa al suo assassinio il partito islamista di governo Ennahdha.
L’omicidio politico di Chokri Belaid si iscrive nel clima di grande tensione, che da mesi squassa la Tunisia, un paese vittima delle strategie di normalizzazione neoliberista orchestrate da Obama e dalle monarchie del petrolio, dove le rivolte sociali, che scoppiano ad intermittenza su tutto il territorio da un lato ed una“governance” compiacente delle fazioni salafite radicali, minoritarie ma compatte e determinate dall’altro, dimostrano la fragilità della così detta transizione democratica a guida islamista.
Contro tutto questo lottava Belaid e per questo ha dato la vita.
Non appena si è diffusa la notizia del suo assassinio, la rabbia e la protesta sono esplose in tutta la Tunisia contro Ennahda, le cui sedi sono state tutte prese d’assalto e molte date alle fiamme, dalle principali città alla costa fino alle miniere di fosfati.
A Tunisi, dove appena si è diffusa la notizia dell’assassinio sotto il ministero degli interni nell’avenue Bourguiba si sono radunati migliaia di manifestanti che rilanciano gli slogan delle insurrezioni del 2011, sono subito iniziate le cariche della polizia e un fitto lancio di lacrimogeni; anche l’ambulanza che trasportava il corpo di Belaid ha faticato a passare tra i cordoni di polizia schierata: le immagini mostrano una grande folla che cerca di salutare Choukri, e la polizia che mira all’ambulanza con i lacrimogeni, difficile commentare
(qui il video: http://youtu.be/GFrBjZurnPs ).
Ma il popolo tunisino non si è fatto intimorire e, nel corso delle ore la rabbia è cresciuta in maniera esponenziale. La capitale si sta riempiendo di barricate, proseguono gli scontri davanti al ministero dell’interno e nelle vie limitrofe.
Hamma Hammami, storico esponente della sinistra comunista tunisina e membro del Fronte Popolare Tunisino, lancia lo sciopero generale per domani di concerto ad altri partiti e associazioni dell’opposizione al regime islamista. “Pagherete caro!” e “non abbiam paura della morte” echeggiano in tutto il paese.
Ancora una volta le strade della Tunisia si animano nella rivolta. Ancora una volta la speranza della riscossa … Restiamo aggiornati

(ore 19:00 Da INFOAUT)  “La collera non si placa in Tunisia. Le manifestazioni continuano in tutto il paese puntando dapprima sulle sedi del partito Ennadha per darle alle fiamme, e poi verso le questure. Sembra che a Gafsa il ministero degli interni abbia dato l’ordine alle autorità cittadine di liberare tutti i dormitori pubblici per dare spazio ai nuovi plotoni di poliziotti. A Tunisi gli scontri scoppiati nel centro, dopo la grave provocazione poliziesca contro il corteo di saluto e l’ambulanza che portava la salma di Chokri Belaid, si sono diffusi nel resto della città. Barricate in fiamme, lacrimogeni, lanci di pietre e manganelli continuano a contendersi il territorio, mentre secondo la pagina facebook ufficiale dell’UGTT la polizia ha tentato di sfondare le porte della centrale sindacale. Stessa sorte per Tanit Press, agenzia stampa, i cui locali sono stati oggetto di lanci di lacrimogeni e i giornalisti aggrediti dai celerini. Il Fronte Popolare Tunisino si è dimesso ufficialmente dall’Assemblea Nazionale Costituente, e sembra che anche tutti gli altri partiti d’opposizione abbiano annunciato le dimissioni dei propri rappresentanti. E la crisi istituzionale più profonda che la Tunisia post-elezioni(farsa) abbia conosciuto. Intanto in rete sta circolando in video dove vengono ripresi alcuni esponenti di fazioni islamiste radicali declamare la condanna a morte contro Chokri Belaid, considerato un comunista e nemico dei loro progetti.
Lo scorso martedì Belaid rivolgendosi pubblicamente contro il leader di Ennadha e il ministro degli interni aveva denunciato “dei tentativi di smantellamento dello stato e la creazione di milizie per terrorizzare i cittadini, e trascinare il paese in una spirale di violenza tramite la Lega della Protezione della Rivoluzione”. Affermazioni pubbliche di verità che Belaid aveva coraggiosamente rivolto alle autorità accusando la sedicente organizzazione della “Lega della Protezione della Rivoluzione” di funzionare da ala paramilitare al servizio del progetto di islamizzazione violenta architettato dal partito islamista al governo e dalle fazioni salafite. Al lettore di Infoaut non saranno certo sfuggite le similitudini con l’omicidio Matteotti. L’augurio militante e solidale, è che la storia questa volta finisca radicalmente in altro modo, e che lo sciopero generale di domani sia il primo giorno di questa nostra storia.

(Fonti Infoaut e Baruda)

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