Democratic-bombs
Il loro scopo non è rovesciare Assad, con cui peraltro hanno entrambi largamente collaborato, assieme allo stato sionista di Israele. Ma quello di segnare la propria presenza politica e militare in Medio Oriente (e nel mondo), per cercare di recuperare un ruolo nella spartizione delle zone d’influenza, e nella definizione dei nuovi equilibri, dopo gli effetti destabilizzanti dell’onda lunga della “rivoluzione araba”. Come nella migliore tradizione imperialista: gli USA alla ricerca dei fasti perduti di onnipotenza mondiale; la Francia per rioccupare uno spazio in Medio Oriente, secondo la propria tradizione coloniale.
I morti annunciati sotto le bombe imperialiste, che si aggiungeranno alle vittime del regime e che non verranno esposti dai media allo sdegno generale, servono solo a lustrare la via di questi cinici giochi.
Tuttavia, non è così semplice per gli imperialisti. Hanno perso posizioni dirette di controllo. Non dominano la dinamica degli avvenimenti, a partire dalla Siria. Temono un effetto domino incontrollabile nell’intera regione. E per di più registrano il dissenso del “fronte interno”, di un opinione pubblica popolare segnata dalla crisi sociale, e contraria a nuove avventure militari, tanto più dopo le disfatte di Afghanistan e Irak. Ciò che trova un riflesso distorto persino sul terreno parlamentare: con la storica sconfitta di Cameron nel Parlamento inglese, e i problemi di Obama col Congresso americano.
E’ una ragione in più per schierarsi, senza riserve, contro l’annunciato intervento imperialista.
Ma anche per porre una domanda a tanta parte della sinistra italiana:Obama e Hollande non erano forse i vostri riferimenti esemplari ?
I bombardieri “democratici” colpiranno non solo Damasco. Ma anche i gruppi dirigenti di quella sinistra che aspira a governare il capitalismo.