“Non firmeremo più accordi per la chiusura delle aziende. Le contrasteremo in ogni modo. Anche, se necessario, con l’occupazione della fabbrica”. Così ha dichiarato ieri Landini, nell’intervento pubblico all’Assemblea di Roma.
Verrebbe da dire “meglio tardi che mai”. L’occupazione delle fabbriche che chiudono o licenziano, è stata ed è una proposta centrale del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), soprattutto in questi anni di crisi capitalista. Tutte le direzioni sindacali e politiche della sinistra (Landini incluso) l’hanno regolarmente respinta o ignorata perchè ”avventurosa”, “poco realista”, “pericolosa”, “ideologica”, e chi più ne ha più ne metta. I risultati del “realismo” sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalla FIAT.
Ora, non un dirigente qualsiasi, ma il segretario del principale sindacato della classe operaia industriale, riprende improvvisamente l’”occupazione della fabbrica” come mezzo di lotta contro lo smantellamento dell’industria e dei posti di lavoro.
Bene. Per essere credibili si tratta allora di passare dalle parole ai fatti.
Anche a Forlì, ci attendiamo ora che la locale FIOM dia indicazione ai lavoratori Dometic per l’occupazione immediata di una fabbrica altrimenti destinata a sicura delocalizzazione. Non vorrà mica il segretario territoriale Bulgarelli porsi in contrasto con i proclami del suo segretario nazionale Landini?
PCL sez. Forlì -Cesena