PER: LA NAZIONALIZZAZIONE DELLE AZIENDE CHE LICENZIANO, CHIUDONO, DELOCALIZZANO
( sotto il controllo dei lavoratori e senza risarcimento alla proprietà ).
…..A COMINCIARE DALL’ ELECTROLUX
Che, negli ultimi anni, ha ottenuto tutto ciò che voleva: centinaia di esuberi, aumento dei carichi di lavoro, CIG che ha usato come flessibilità, incentivi, sgravi fiscali e riduzione dei salari (reali e relativi) . E mentre maestranze di Forlì avviavano gli impianti polacchi, ha delocalizzato segmenti importanti di produzione continuando a fare profitti…… PAZZESCO !
ORA BASTA!……. SE IL PADRONE LICENZIA, VA LICENZIATO IL PADRONE!
PER: UNA SVOLTA UNITARA E RADICALE DEL MOV- IMENTO OPERAIO E PER UN FRONTE UNICO DI LOTTA CONTRO BERLUSCONI, RENZI, GRILLO.
…………PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI
La legge di stabilità di Letta e Alfano è una truffa per i lavoratori, e un regalo alle imprese e alle banche.
LEGGE DI STABILITA’: LEGGE DI RAPINA
Ai lavoratori si dà con una mano, se tutto va bene, una decina di euro in busta paga; con l’altra mano si aumenta l’IVA, si tagliano le detrazioni, si bloccano i contratti del pubblico impiego, si rateizzano le liquidazioni, si aumenta di fatto la tassa sulla prima casa per milioni di famiglie grazie al gioco delle imposte locali.
Parallelamente guadagnano industriali e banchieri.
Confindustria incassa oltre 5 miliardi di abbattimento contributi (cuneo fiscale), deducibilità IMU sui capannoni, benefici fiscali per fusioni d’impresa (spesso combinate con ristrutturazioni e licenziamenti).
Mentre le banche fanno davvero il pieno: copertura statale sui derivati, deducibilità delle perdite, rivalutazione delle quote bancarie in Banca d’Italia. Insomma una manna. Che i banchieri investiranno in nuovi titoli di Stato continuando a chiedere ogni anno quasi 100 miliardi di interessi sul debito. Pagati da lavoro, salari, pensioni, sanità, istruzione: come sempre.
L’ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE VERA DISARMA I LAVORATORI
A BENEFICIO DEI PADRONI E DI GRILLO
Perché avanza l’ennesimo attacco ai lavoratori? Non certo per la forza e compattezza politica del governo e dei partiti che lo sostengono. PDL, PD, SC, sono oggi più che mai disarticolati o letteralmente a pezzi. Il governo che sostengono, privo di consenso sociale, resta appeso al sostegno di Napolitano e della UE. Se in queste condizioni continua ad avanzare l’offensiva contro il lavoro, è solo per l’assenza di un’opposizione reale, sociale e di massa, che faccia barriera e sviluppi una controffensiva vera. Qui sta la responsabilità decisiva delle sinistre politiche e sindacali.
Dopo aver consentito al governo Monti lo sfondamento contro pensioni e articolo 18, le direzioni sindacali CGIL CISL UIL sono giunte a siglare un patto programmatico con Confindustria, cioè con l’avversario dei lavoratori, fino al punto di sostituire la necessaria contrapposizione al governo e alla sua rapina con una comune pressione di lobby su governo e PD.
IL CARATTERE INOFFENSIVO DELLO SCIOPERO DI OGGI È EMBLEMATICO
I vertici sindacali mirano a “emendare” la rapina, non a respingerla. A negoziare le politiche di austerità, non a cancellarle. Dal canto loro i vertici FIOM, che pur alludono allo “sciopero generale”, non si assumono reali responsabilità di iniziativa, pur di coprire la burocrazia CGIL ( come sulla “esigibilità dei contratti”).
Mentre, sul piano politico, SEL di Vendola critica il governo, ma strizza l’occhio al PD: la speranza di futuri (eventuali) ministeri prevale su ogni principio.
Il risultato di queste politiche subalterne è che milioni di salariati restano senza difese di fronte alla peggiore offensiva padronale del dopoguerra. E che nello sbandamento sociale trova uno spazio enorme, anche tra i lavoratori, la demagogia populista degli “uomini nuovi”. Quella di Renzi, un populista confindustriale, amico di Marchionne, che appoggia la riforma Fornero sulle pensioni, vuole ridimensionare il sindacato, si fa portavoce degli interessi rampanti della finanza e della moda. E ancor più quella reazionaria di Grillo /Casaleggio: che in realtà hanno come unico scopo una Repubblica plebiscitaria via Web, senza democrazia, senza diritti, senza sindacato.
PER UN FRONTE UNICO DI LOTTA E PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI
C’è allora necessità di una svolta unitaria e di massa del movimento operaio italiano.
Contro il padronato, il suo governo, la loro rapina; contro Berlusconi, Renzi, Grillo, e tutti gli avversari dei lavoratori, va realizzato il più ampio fronte unico di lotta della classe operaia, e attorno ad essa, di tutti i movimenti di lotta.
Tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento uniscano le proprie forze in una comune azione di massa. Si convochi una grande assemblea nazionale di delegati eletti nei luoghi di lavoro. Si definisca una piattaforma di lotta unificante di tutti i lavoratori, privati e pubblici, occupati, precari, disoccupati, italiani e migranti. Si organizzi una mobilitazione ad oltranza, tanto radicale quanto radicali sono industriali, banchieri e governo. E’ l’unico modo di strappare risultati concreti. Ma soprattutto è l’unico modo per approfondire le crepe politiche del campo avversario, disgregare il suo blocco sociale, aprire la via di un’alternativa anticapitalista: di un governo dei lavoratori che faccia piazza pulita della dittatura degli industriali e dei banchieri, per riorganizzare alla radice l’intera società. Perché il capitalismo è fallito: siano i lavoratori a comandare.
PER IL PARTITO RIVOLUZIONARIO DEI LAVORATORI
16 milioni di lavoratori dipendenti sono una forza enorme. Se i lavoratori acquistano coscienza della propria forza, tutto diventa possibile. In caso contrario, la sconfitta sociale del lavoro può trascinare con sé una autentica deriva reazionaria.
C’è bisogno di una forza organizzata d’avanguardia che in ogni lotta immediata combatta la rassegnazione, sviluppi la coscienza delle masse, colleghi ogni rivendicazione ad una prospettiva rivoluzionaria di liberazione sociale.
Per questo è’ necessario sviluppare controcorrente il partito rivoluzionario dei lavoratori: un partito che stia sempre e solo dalla loro parte e che lotti per un loro governo.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, l’unico che non ha mai tradito gli operai, è impegnato in questa impresa, ogni giorno e in ogni lotta.