Il riflesso della realtà

Certamente la potenza pubblicitaria di quel tecnocrate ignorante di Musk avrà pesato per la vittoria di Trump alle elezioni americane, però, anche considerando che la propaganda politica è morta da decenni, sostituita dalla pubblicità politica, una merce si vende se c’è qualcuno che la vuole.

Pur essendo vero che una parte dei bisogni vengono indotti e che molti oggetti venduti sono sostanzialmente inutili, oltre che dannosi per l’ambiente, non si potrà mai vendere un frigorifero a un eschimese. Trasferendo in politica, per recepire un certo messaggio (vota questo o vota quello) bisogna che sia già presente una predisposizione sociale a riconoscersi in esso. Perché è nella società il vero terreno di lotta politica e non all’interno dei palazzi. I palazzi (come sono fatti, chi li occupa e chi li dirige) sono il riflesso delle condizioni di vita e della lotta fra classi sociali.

In una gara all’ultimo voto potrà pesare l’ultima -trovata- degli esperti al servizio di un candidato, e in questo caso vorrà dire che c’è un equilibrio, i ricettori si equivalgono, ma alla fine la vittoria più pesante, significativa per le sorti del paese e del mondo (nel caso delle presidenziali americane) sarà determinata da cosa ha seminato il governo uscente. E negli USA, Biden e i democratici, compresa Harris, hanno seminato profitti ai ricchi e malloppi sulle spalle delle classi lavoratrici e delle minoranze; e regalato un pacco di miliardi agli Ucraini e agli Israeliani. Scontato che i suddetti bastonati si volgano a destra, o si astengano. D’altronde il sistema dell’alternanza lo prevede: un po’ governo io e un po’ governi tu, sempre negli interessi della classe dominante e dirigente. Ma questa volta c’è un elemento nuovo: Trump e la sua banda non sembrano disposti a concedere niente, mentre sostengono di voler prendersi tutto. La continuità del sistema, dove le differenze fra i due mega-partiti sono soprattutto formali, si sta rompendo ed è questo che preoccupa i democratici, non certo la repressione poliziesca, l’inflazione che si mangia i salari e i muri contro l’immigrazione. I suddetti, compresi quelli nostrani, hanno voglia a ululare contro il fascismo, già in buona parte presente, ma chi semina vento inevitabilmente raccoglie tempesta.

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