In buona fede
Di Rossosconclusionato
Siamo arrivati allo stadio finale dello scoppio di testa. Quando la carburazione non risponde più alla logica del ritmo dei pistoni, quelli celebrali si intende, cioè alla ragione. Quando la realtà è sotto gli occhi di tutti, ma non viene considerata.
Sicché, ci sono pure i nostalgici di Stalin che proseguono il mito nella loro testa, nell’impossibilità di accettare l’idea che si erano sbagliati. E quando per una vita si crede in una cosa, anche se la realtà storicamente accertata la contraddice, ci si rimane appiccicati come alla carta moschicida, anche se è fatta di plastica altamente degradabile. Ma l’incredibile è che alcuni di questi stalinisti nostalgici non sono affatto stalinisti: il guaio è che non lo sanno. E qui, ci sono similitudini con gli estremisti fascisti, quelli che vanno in giro a pestare la gente, con la sola differenza che i fascisti pensano di esserlo ed effettivamente lo sono. Sicché, gli stalinisti sono impotenti contro i fascisti; d’altronde, qualcuno si rammenta il patto Molotof-Ribbentrop?
Poi ci sono gli affascinati: inseguono personaggi di fascino certificato, eroi mitologici nordici, (Wagner si rivolta nella tomba) ma che non hanno alcuna relazione con la mentalità della stragrande maggioranza degli umani. Come Julian Assange, quello di WikiLeaks, che ha scoperto che gli americani hanno fatto fuori un casino di gente; scoperta utilissima per opporsi all’imperialismo americano. Quasi muta testimonianza di un liberalismo legalitario del tutto impossibile in una società divisa in classi sociali, là dove la legge è il prodotto delle classi dominanti. Oppure, nella migliore delle ipotesi, un compromesso del tutto provvisorio fra borghesi e proletari; che alla fine degenera sempre con la vittoria dei reazionari: compendio della storia d’Italia dal dopo guerra ad oggi.
Ma almeno in queste due categorie di persone, per quanto confuse, si può riconoscere una qualche forma di pensiero che esula da sé stessi. Che denota un minimo interesse per le questioni che riguardano il futuro collettivo: un genere di futuro che non fa più parte del lessico corrente, essendo prono al linguaggio nazional-dominante, a copertura della realtà funzionante: “la società non esiste, esiste solo l’individuo”. E ciò le rende degne di far parte a pieno titolo del Popolo della Sinistra, quello che a destra voterà per la Schlein e a sinistra non andrà proprio a votare, scelta in entrambi i casi ininfluente. Purtroppo però, esiste nel mezzo a questi soggetti, una massa di individui che rientra nella logica di una società divisa per classi sociali. Con una tale differenza di mezzi a disposizione, che tiene le menti dei semplici ben ancorate al mandrino del tornio interconnesso, in maniera tale da essere modellata dalle peggiori stupidaggini e orrori provenienti dai media. Ma questo non deve stupire, in quanto organico, appunto, alla divisione in classi sociali. Ciò che stupisce, è che tutti questi sostengono che -la gente- non capisce niente, ma sono preda dei luoghi comuni, che via via emergono dalla schiuma di una società caotica e insensata. E dunque anche parecchi di loro non vanno a votare, ma sono propensi a seguire l’ultima stella emergente dalle burocrazie politiche di Stato, a prescindere che sia di destra o di sinistra; distinzione il cui confine è tutto da discutere. Prendiamo a esempio, il tecnicismo arruffato dei rimpalli di responsabilità sulla strage di Cutro, organico al cretinismo parlamentare: cortina fumogena, ipocrita e vile, per separare la verità dalla realtà. Verità che c’entra con la sostanziale complicità bipartisan più che decennale del potere borghese.