“In fin dei conti hanno ucciso solo un extracomunitario”
“In fin dei conti hanno ucciso solo un extracomunitario”. (https://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-familiari-dei-killer-era-solo-immigrato-1888384.html)
Quindi se pensavamo ad una cosa seria siamo tutti rinfrancati, alla fine questa frase suona molto come l’aver rotto un vaso di arcopal dozzinale, anziché magari un antico manufatto Ming.
Quanto è capitato a Willy Monteiro, ucciso da quattro picchiatori la notte tra il 5 e il 6 settembre, è sicuramente un atto vile e vergognoso, ma non è una tragedia.
Una epidemia è una tragedia, o un maremoto, che se ne prende atto e si va avanti, ma questo no, perché è frutto di un retaggio ben preciso.
Questo si capisce dalla reazione di uno dei genitori di questi 4 individui, che è rimasto basito dal fatto che si trattasse “solo di un extracomunitario”. La colpa, in termini pratici non può che essere attribuita a loro, loro hanno fatto il lavoro sporco, ma chi sono i mandanti, ossia coloro che pur non prendendo direttamente parte a questi massacri ne sono però da un lato i fomentatori, e dall’altro le sponde politiche?
Un esempio per tutti: durante il Nazismo, Alfred Rosenberg non uccise di propria mano nessuno, ma venne considerato colpevole a Norimberga poiché, grazie al suo operato intellettuale ha contribuito filosoficamente all’Olocausto, venendone poi considerato moralmente colpevole.
Da diversi anni, il panorama politico italiano è imbrattato da personaggetti che difficilmente possono essere definiti, se non con il termine (che però non si può usare per via del politically correct) di fascisti.
Dal principio fenomeni da baraccone, tra loro c’erano Druidi, e si richiamavano alla mitologia celtica, e facevano riti pagani sulle sponde del Po, ora con una classe dirigente rinnovata e ben lontana dalla goliardia di “Roma Ladrona” si sono finalmente palesati con la loro vera veste.
Questa condotta, ha lentamente generato una morale diversa e patologica, che nasce si da una politica fascista, ma che si è rivelata un poco per volta, tant’è vero che molti seguaci di questi, rigettano il fascismo, ma abbracciano in toto la loro linea.
Questi leader, per poter tenere insieme la loro base, divisa in tutto, hanno dovuto creare una matrice dove possano riconoscersi tutti, quindi hanno ricreato “l’italiano”, e per fare questo hanno demonizzato tutto quello che non lo è per definizione. Ed ecco create da niente 2 categorie di persone, gli italiani e tutti gli altri.
Fatto questo, è stato necessario metterle in competizione, chi col salario, chi con una forma qualunque di sussidio statale, che nell’ottica qualunquista “se sei italiano non te lo danno”, poi, dare a queste categorie una priorità, e nasce lo slogan “Prima gli italiani”.
Poi per anni siamo stati subissati da continue informazioni circa spacciatori, stupratori, ladri, assassini, rapinatori, assaltatori di diligenze, tutti stranieri, come a volerci far capire che con certa gente serve il pugno di ferro, coronando meravigliosamente questa favoletta con la nomina di Matteo Salvini al Ministero dell’Interno, ed alla celebre esibizione a Bologna del “Salve, lei spaccia?”, che ha sdoganato la possibilità di farsi giustizia da soli, come nel Far West dei film.
Ora, la vicenda di Colleferro, e dei 4 fanatici di estrema destra, che come nella miglior tradizione delle camicie nere, si sono messi 4 contro uno, in un pestaggio durato 20 minuti e finito con il decesso di Willy Monteiro.
Da comunisti, sappiamo che non esistono gli italiani e gli stranieri, ma solamente le classi, e che solamente una risposta di massa della classe lavoratrice che dovrebbe almeno comprendere quello che è successo potrà rovesciare questo stato di cose.
Diciamo basta al massacro dei proletari, sia in fabbrica che altrove!
Basta alla libera circolazione dei fascisti!