L’anticonformismo conformista

di Conte Ubaldo Pollini

Sono passati almeno 25 anni da quando Gaber ci faceva ridere con il brano “Il Conformista”.

Quelli della mia generazione, che da piccoli a volte alla radio la sentivano con i genitori, non ascoltavano ovviamente le parole, ma riascoltata ora, da una vecchia cassetta trovata in fondo ad un armadio, fa un certo effetto. 25 anni fa sicuramente il Signor G. avrà avuto i suoi motivi per scrivere quelle parole, ma è in questo momento che riascoltandola le ho dato un significato. L’unica correzione che mi permetto di fare, sempre col senno del tempo trascorso, è una modifica al titolo: “L’anticonformista”.

Nell’Italia del 2020, gli anticonformisti, governano. E come governano!

In un carrozzone che al confronto quello cantato da Renato Zero avrebbe rappresentato una previsione ottimistica dimorano: ex comunisti, ex fascisti, progressisti, conservatori, liberali, democristiani (se si può ancora dire), analfabeti funzionali e (questo lo dico) analfabeti di fatto, mafiosi ed ex mafiosi in cerca di un cambio di carriera, lobbisti, No TAV, Pro TAV, No VAX, TAN, TAEG, ACI, ANAS e chi più ne ha più ne metta…

Naturalmente usciti dal renzismo è difficile avanzare una critica a questi “nuovi che avanzano”, specialmente perché, dopo anni di propaganda, hanno creato una platea fanatizzata di anticonformisti (o come li ha definiti Gaber, i conformisti). La differenza è semplice, e consiste nel fatto che mentre negli anni Novanta ci si conformava nella massa, assieme a quelli che sono considerati i partiti della Kasta, ora ci si conforma all’interno della formazione che ha disubbidito al potere, ci si conforma al Vaffanculo e all’antipolitica (che poi se qualcuno ha capito cosa sia l’antipolitica me lo potrebbe spiegare… sotto c’è spazio per i commenti).

Secondo un approccio scientifico, quando una particella di politica si scontra con una particella di antipolitica avviene un fenomeno noto come annichilazione, ossia la distruzione di tutto, per cui a rigor di logica, dopo lo scontro tra una particella di politica e una particella di antipolitica, dovrebbe generarsi un decreto della Ministra Azzolina, ma il concetto è ancora nebuloso.

Tornando a noi, e passando per “MAI COL PD” e per il “CAZZARO VERDE”, arriviamo a scontrarci nella quotidianità con una massa che contrappone questo (mal) governo con quelli precedenti. La più comune formula argomentativa si riduce a: “Ce l’hai con Conte? Ti meritavi Renzi”. Masticazzi…

Questo esercito di anticonformisti accecati dal faro di Alessandro (di Battista) appoggiano incondizionatamente ogni riforma, ogni virgola, ogni DPCM, assolutamente senza alcun senso critico.

La propaganda di questi giorni, incentrata esclusivamente sulla chiusura delle discoteche, non evidenzia, se non in maniera strumentale le criticità reali del mondo dei lavoratori e degli studenti che tra 20 giorni devono tornare a scuola (i lavoratori in fabbrica non hanno mai smesso di andarci), venerando il CV della Ministra dell’Istruzione, senza però prendere atto dei forti limiti che colpevolmente vengono trascurati, tra i banchi a rotelle e le “aule Covid” per gli studenti infetti, e nelle aule Covid insegneranno probabilmente i docenti che pescheranno il fiammifero scappellato. La classe lavoratrice versa nella più totale incertezza. Da una parte l’incertezza economica, oscillando tra la cassa integrazione e la cassa da morto, dall’altra parte l’incertezza della cosiddetta “sicurezza sul lavoro” che già prima era scarsa, ed ora si preannuncia una vera e propria mattanza.

Lo schieramento di maggioranza, come quello di opposizione, composto dalla peggior destra degli ultimi 80 anni, è impegnato, logicamente, in progetti assai più importanti, come le elezioni imminenti e la stesura di una legge elettorale che nonostante il calo del 35% dei parlamentari garantisca clientele e scranni, quasi avulsa da ogni problema reale, fino addirittura a rendere omaggio a Romiti, “il manager che ha piegato il sindacato”.

Nonostante tutto questo, (che è solo una piccola parte) una folla fanatica di anticonformisti che senza rendersene conto “scivolano dentro il mare della maggioranza”, sostengono non solo il consolidamento di quella classe dominante che sta massacrando una classe lavoratrice e studentesca già messa in ginocchio, ma lo fanno con la cieca ubbidienza tipica di chi non se ne rende conto, omaggiando “l’uomo nuovo”.

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