Le bugie del Capitano sulla scuola media
Natale, periodo di feste, tempo di regali. Proprio su uno di questi “regali” vorrei fare una riflessione piccola, piccola. Non un’analisi politica che altri compagni saprebbero fare meglio di me, solo qualche considerazione per smontare un castello di menzogne. Qualche tempo fa, verso la metà di novembre, quello che i suoi adepti definiscono il Capitano ha promesso di farci l’ennesimo dono: l’abolizione della scuola media ( o secondaria di primo grado, come viene chiamata ora, e non senza motivo). Persa la visibilità come vicepresidente del Consiglio, il Capitano le ha provate tutte per allargare il consenso, affrontando temi di cui non sa un emerito nulla, ma che intuisce – la Bestia glielo ha insegnato fin troppo bene – fare presa sugli italioti. La media. Un unicum tutto italiano. Tre anni di parcheggio che nessun altro Paese europeo ha. Un “buco” di tre mesi di vacanze. La scuola che non è né carne né pesce e via sciorinando tutta una serie di luoghi comuni strumentali e svilenti per l’intero apparato e per la professionalità dei docenti. Parole indecorose anche per chi era stato da lui scelto come dirigente al Miur e che per un anno nulla di ciò aveva mai palesato (nemmeno di altro, se è per questo!).
Prendiamo tre Stati europei, Francia, Inghilterra e Germania. Partiamo dal primo aspetto su cui il Capitano inganna con i suoi slogan populisti: in Francia ed in Inghilterra il sistema scolastico è analogo a quello italiano: école élémentaire 6/11 anni, collège 11/15 anni, lycèe (non obbligatorio) 15/18 anni per la Francia; primary education 5/11 anni, secondary education 11/16 anni , tertiary education (non obbligatorio) 16/18 anni in Inghilterra. Le differenze sono minime e non significative. Chi differisce in toto è invece la Germania che ha la Grundschule dai 6 ai 9 anni dopodiché il bambino deve scegliere il proprio futuro percorso verso un istituto professionale (Hauptschule), un tecnico (Realschule) o il Gymnasium (9 anni di scuola che garantiscono l’accesso all’Università). Ciò significa che il bambino tedesco è costretto a fare a 9 anni una scelta che molti ragazzi italiani non sono in grado di effettuare nemmeno a 14. Il che si traduce verosimilmente in una decisione presa da genitori ed insegnanti e non dal diretto interessato. C’è quindi davvero di meglio in Europa? Argomento vacanze. Anche qui il Capitano mente sapendo di mentire. La sua tesi è che tre mesi di vacanze estive mettano in difficoltà le famiglie, il che, di per sé può anche essere vero. Quello che però non dice è che l’Italia ha il numero più alto di giorni effettivi di scuola: 200, contro i 180/190 degli altri Stati dove però i periodi di vacanza sono spalmati in tutto l’arco dell’anno. Le circa due settimane di pausa ogni due mesi dei francesi metterebbero meno in crisi le famiglie? Quindi di che cosa stiamo parlando? Di proclami sbandierati a cui abboccano unicamente stolti disinformati a cui non interessa la verità, ma solo le assurdità funzionali di chi è più interessato a colpire una classe insegnante schierata, a suo dire, a sinistra (e magari davvero lo fosse!) e che sente ostile che a cambiare veramente la realtà della scuola. Nel bene e nel male, i docenti della scuola media cercano di creare nei ragazzi una coscienza civile, cercano di insegnare a pensare (il Capitano si legga i Traguardi per lo sviluppo delle competenze, sarebbe istruttivo). Ma di esseri non pensanti ha bisogno il Capitano per mantenere il suo trono. Ed è inutile dire che se crescessero esseri pensanti lui non avrebbe il seguito che ha.
Nikita – PCL Romagna