Riprendere le lotte! Generalizzare il conflitto! – Sciopero generale!
Verso lo sciopero generale del 26 ottobre!
Contro queste politiche di gestione della crisi, contro l’immobilismo della CGIL e le titubanze di USB, contro ogni interlocuzione con questo governo reazionario, contro ogni irreggimentazione della democrazia sindacale, ricostruiamo nelle lotte una vertenza generale, sosteniamo ogni sciopero e generalizziamo il conflitto.
Occorre una svolta vera. Occorre spazzare via ogni illusione nelle politiche di Lega e 5stelle, demagogiche e sovraniste. Seppur diverse da quelle liberali del PD, sono comunque dalla parte dei padroni: difendono piccoli imprenditori e capitali nazionali, non salari e diritti dei lavoratori. Per questo il Partito comunista dei Lavoratori sostiene pienamente e convintamente lo sciopero generale convocato per il 26 ottobre da diversi sindacati di base (indetto da CUB, S.I. COBAS, SGB, Slai Cobas e USI). Solo una mobilitazione generale può riportare al centro la difesa dei diritti e dei salari. È necessario infatti portare in campo un’opposizione di massa dal versante dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati. Sostenere e diffondere la resistenza contro ogni provvedimento e ogni offensiva dalla parte dei padroni, generalizzare le lotte, unire tutto ciò che l’avversario vuole dividere: privato e pubblico, nord e sud, precari e “stabili”, italiani e immigrati. Ricostruendo nelle lotte una piattaforma generale che tracci un confine chiaro: chi sta con i lavoratori e chi sta con i padroni; facendo ciò anche attraverso assemblee decisionali unitarie di delegati/e fino al livello nazionale in tutti i luoghi di lavoro, in cui il sindacalismo di classe possa fare sentire la sua voce e le sue proposte all’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici.
Una piattaforma che, dalla lotta alla precarietà alla redistribuzione generale dell’orario di lavoro a 32 ore, dall’introduzione di un salario minimo intercategoriale di 1500 euro all’abolizione della legge Fornero (in pensione a 60 anni o con 35 anni di lavoro), da un vero salario sociale a disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione alla nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori di tutte le aziende che delocalizzano o licenziano, possa unire la maggioranza della società contro la piccola minoranza di padroni, grandi azionisti e banchieri che oggi detta legge. Tutti i governi, in forme diverse, sono agenti di questa minoranza. Occorre un governo della maggioranza, un governo dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’unica vera alternativa allo stato di cose presente.