POMPOSA – CODIGORO – FERRARA BRUCIA LO STABILIMENTO KASTAMONU EX FALCO LAVORATORI TRATTATI COME SCHIAVI
Sabato 14 Luglio – primo giorno Intorno alle ore 13 si alzano le fiamme. Dalle prime notizie sembra siano andati a fuoco mucchi di trucioli ammassati nel piazzale (l’azienda oggi di proprietà della multinazionale turca Kastamonu ha riaperto da poco ed occupa 250 dipendenti producendo pannelli di truciolato) Nonostante l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco non si riesce a spegnere l’incendio.
Domenica 15 Luglio – secondo giorno L’incendio non è ancora domato. L’odore nella zona circostante è insopportabile ed arriva, secondo il vento, fino alla costa. Non è possibile stendere i panni, stare con le finestre aperte. Il Sindaco rassicura: nessun rischio per la salute. La zona non viene messa in sicurezza, si continua a lavorare nei campi e nelle fabbriche. Restano aperti i campi solari estivi per i bambini. Lunedì 16 Luglio – terzo giorno Prosegue il lavoro dei Vigili del Fuoco, pare ci vorranno giorni. L’odore del fumo oltre ad essere insopportabile fa pensare a qualcosa di diverso da semplice legname, ma al momento nessun risultato delle analisi dell’aria è disponibile. Nell’incertezza nessuna precauzione viene presa, si continua a vivere, lavorare e respirare, mangiando quel che viene coltivato: nessun problema per la salute.
Martedì 17 Luglio – quarto giorno La «catasta di legna» continua a bruciare, intorno si continua con difficoltà a vivere e respirare. Arriva l’ordinanza del Sindaco (contingibile e URGENTE – a giorni di distanza dalle prime fiamme) che dispone l’applicazione di alcune cautele (a giorni di distanza, quando fino ad adesso si è mangiato e respirato di tutto). Non c’è ancora traccia di risposta circa il monitoraggio dell’aria e NON VIENE PRESA ALCUNA PRECAUZIONE NEI CONFRONTI DI LAVORATORI, né della Kastamonu né degli stabilimenti limitrofi, che continuano la produzione. A sera su Valfrutta scende la «nebbia» e si è costretti a mandare a casa.
Mercoledì 18 Luglio – quinto giorno Ancora fumo, ancora nessun risultato circa l’analisi dell’aria. La produzione nella fabbriche della zona continua, il lavoratori sono al loro posto, nella vicina Valfrutta nonostante le mascherine si accusano capogiri e malori. Nei campi continuano a lavorare sotto il sole e molti senza maschera. Nel respingere al mittente qualsiasi invito a tacere e a non diffondere immagini che possano far chiarezza, PRETENDIAMO AL PIÙ PRESTO LA MESSA IN SICUREZZA DI LAVORATORI E CITTADINI.
È inammissibile che a giorni di distanza non si sappia cosa cosa c’è nell’aria e che i lavoratori siano costretti a prestare la loro opera nelle fabbriche e nelle campagne senza sapere cosa respirano.
SI FERMI LA PRODUZIONE, NESSUN LAVORATORE NELLE FABBRICHE E NEI CAMPI DELL’AREA A RISCHIO. SI PROVVEDA A METTERE IN SICUREZZA LA POPOLAZIONE OFFRENDO SOLUZIONI ABITATIVE LONTANE DALL’AREA INTERESSATA PER CHI LO DESIDERA. NON BARATTIAMO LA SALUTE CON PROFITTO E POSTI DI LAVORO COMPLICE CHI CONSENTE E NON DENUNCIA.
Da PCL Firenze