CONTRO LE TRE DESTRE
PER UNA PROSPETTIVA DI CLASSE ANTICAPITALISTA
Il panorama politico è dominato da tre destre .
La prima è incarnata da Renzi, che ha diretto un’aggressione al lavoro, a partire dalla cancellazione dell’articolo 18 e dai 20 miliardi di decontribuzione ai padroni. Il referendum del 4 Dicembre mirava a concentrare il potere nell’uomo solo al comando. Quel progetto è fallito, ma non è certo cambiata la vocazione del renzismo.
La seconda è quella del Centrodestra. Diviso tra un Berlusconi che vuole governare con Renzi, e un Salvini lepenista. Il loro programma di abbattimento ulteriore delle tasse per i padroni ( la famosa flat tax) è un conto presentato ai salariati che già reggono il grosso del carico fiscale. Una direzione di marcia condivisa col renzismo ma che va oltre il renzismo.
La terza è il M5S. Il loro programma offre al padronato l’abolizione dell’Irap e la “disintermediazione” nel rapporto coi lavoratori. In altri termini un attacco al sindacato in quanto tale, che il comico milionario Grillo ha definito “ roba da 800”. Il loro progetto istituzionale blatera di democrazia “diretta” ma ….diretta da Grillo e Casaleggio , che oggi contendono cinicamente a Salvini la campagna anti migranti.
Oggi purtroppo queste tre destre riscuotono il voto di milioni di lavoratori . E’ la misura del fallimento dei gruppi dirigenti della sinistra . Tutti i gruppi dirigenti della sinistra ( MDP, SI, PRC) si sono ciclicamente compromessi nelle politiche del capitalismo, per tutelare i capitalisti e pagare il debito pubblico alle banche. Non è che hanno difeso “male” i lavoratori. Hanno gestito gli interessi dei loro avversari. La più grande detassazione dei profitti – con la riduzione dell’Ires dal 34 % al 27%- è’ stata realizzata nel 2007 dall’ultimo governo Prodi, dove sedeva il ministro Ferrero (PRC). I governi successivi ( Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni..) hanno proseguito e intensificato questa macelleria spesso col sostegno dell’attuale gruppo dirigente di MDP (Bersani) che in Parlamento ha votato tutto, Job Act incluso. Ci si può meravigliare se larghi settori di salariati hanno finito col guardare altrove , spesso purtroppo nelle direzioni peggiori ?
Si dirà che sono cose del passato, ma è sbagliato. Basta guardare alla scena dell’ultimo mese.
L’ex sindaco Giuliano Pisapia , già testimonial del Sì al progetto istituzionale del renzismo, ha inseguito ( e insegue) una coalizione col PD , salvo essere scaricato da Renzi. MDP si è aggrappato a Pisapia. Sinistra Italiana (Fratoianni) si aggrappa a MDP , per paura di essere scaricata. Il PRC ( Ferrero ), scaricato da tutti, cerca l’ennesima “lista civica” in cui imboscarsi. La verità è che l’unica preoccupazione di questi gruppi dirigenti è tornare, in un modo o nell’altro, nel gioco politico istituzionale del governo del capitalismo. Lo stesso che ha spianato la via alle tre destre. C’è più che mai bisogno di una sinistra diversa, che abbia come proprio riferimento la difesa dei lavoratori contro il capitalismo. Il governo del capitalismo, in ogni sua forma, non ha nulla da offrire ma solo da togliere. L’esperienza di Tsipras lo conferma nel modo più chiaro.
Occorre costruire una prospettiva di rottura con un sistema fallito. E’ la sola prospettiva che può liberare oggi una opposizione sociale vera. E’ la prospettiva di un governo dei lavoratori : il solo che possa ridurre l’orario di lavoro a parità di paga, nazionalizzare senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori le aziende che licenziano o inquinano, abolire il debito pubblico verso le banche e nazionalizzarle.
Solo una rivoluzione sociale può realizzare questo programma.
Costruire il partito rivoluzionario della classe lavoratrice è l’unico vero investimento nuovo a sinistra.