Il cretinismo dei nazional-populisti
di Masaniello
Una nazione (dal latino “natio”, in italiano “nascita”) è una comunità dove un gruppo di persone condividono alcuni tratti comuni, tipo la lingua o le tradizioni.
Le tradizioni sono un feticcio ideologico a cui molti (troppi) individui credono fermamente, difendendole strenuamente. Quindi capita che i potenti del mondo, proprio puntando sul nazionalismo, spingono le persone a dare il peggio di sé, facendo nascere fenomeni nefasti, per cui l’umanità ha pagato un prezzo fin troppo alto.
I milioni di morti delle due guerre mondiali, gli ebrei nei campi di sterminio o le purghe staliniane sono solo alcuni esempi che la storia ci tramanda e che ci dovrebbero far desiderare un’unità mondiale tra i popoli.
Invece la crisi economica mondiale, generata dal capitalismo, non fa altro che alimentare il fuoco mai spento della superiorità della razza, discriminando fino alla morte il diverso o qualsiasi minoranza, etnica o di altra natura.
Ed e qui che i nazionalisti proliferano, sotto la bandiera del becero populismo e dell’attacco al più povero, difendendo quell’idea stessa di nazione che guarda caso è cattolica e moralista, che invoca ordine e pulizia (come i 5S a Cesenatico che si impegnano ad allontanare i barboni). Ma i nazionalisti la pulizia la fanno nascondendo la polvere sotto al tappeto, asserviti al potere in cambio di qualche briciola, essi sono funzionali alla classe degli sfruttatori, a cui servono per abolire il dissenso a suon di morti, con buona pace del libero pensiero e del libero arbitrio, e di chi si illude di avere ancora ogni libertà.
La storia insegna ma non ha scolari.
In qualsiasi discussione (di piazza, di bar, dai social network alla televisione o addirittura nelle fabbriche piene di proletari sfruttati) non si fa altro che parlare del problema immigrati o del più povero come male assoluto a cui l’Italia e l’Europa devono assolutamente porre un veloce rimedio, augurando a queste persone di serie b o c una morte nella traversata, donne e bambini compresi. Poco importa se queste persone fuggono da guerre generate dall’Occidente, nello strenuo tentativo di continuare a vivere nel consumismo più sfrenato, che ammorba tutti noi, spinti a consumare risorse al di sopra delle nostre possibilità, indebitandoci per essere liberi schiavi dei padroni e del capitale.
Con il nostro campanilismo tutto italiano abbiamo raggiunto il massimo del degrado, grazie al proliferare dei qualunquisti grillini, e alla crescita se pur effimera della Lega Nord.
Questo partito populista e razzista ha toccato il fondo sui social network nella persona del suo segretario, che si è arrogato il ruolo di difensore della nazione dall’invasore immigrato. Poco importa che fino a qualche anno fa, questo partito parlava di secessione e separazione dall’Italia. In questo sporco gioco al massacro tra sfruttati, con una capriola è improvvisamente diventato nazionalista (con una scoperta rincorsa e apparentamento con forze xenofobe e neofasciste), con tanto di profonda considerazione per i meridionali offesi e vilipesi fino a ieri, il tutto mentre chiude sedi di partito lasciando a casa migliaia di lavoratori.
Il campanilismo è la peggior forma di stupidità in fatto nazional-populismo, esso porta ad odiare l’inquilino della porta accanto, quello del quartiere vicino, della città vicina e così via, in una sterile e idiota difesa estrema del territorio, del paesello, della città e poi della nazione.
Il trionfo della stupidità, che porta milioni di proletari a scontrarsi per difendere una nazione che in realtà è un guscio vuoto, che fa comodo solo a chi li sfrutta. Questo gioco al massacro serve solo al capitalismo per arricchirsi.
Ma in un mondo che va a catafascio, dove un paese geograficamente piccolo come l’Italia conta come una scoreggia prima di defecare, è mai possibile essere patrioti dei paeselli? Senza vedere la guerra quale veramente è: nessun barbaro è alle porte. Il barbaro ci è accanto ed è quello che firma il nostro licenziamento, che ci smantella la sanità sotto il sedere, che fa crollare le scuole per lucrare sulla ricostruzione, il barbaro è in gonnella la domenica e da un pulpito ci proibisce di amare, salvo poi molestare i bambini.
Smettiamola con questa stupidità ed impegniamoci tutti insieme nella costruzione del socialismo mondiale, sotto la bandiera dell’internazionalismo, dove ogni individuo è uguale ad un altro nella sua diversità, dove regna l’uguaglianza dato che non esisteranno più sfruttati e sfruttatori.
A morte ogni forma di nazionalpopulismo, viva la Rivoluzione!