Il sindacato che ci vuole è un’altra cosa!
L’autoreferenzialità è una brutta malattia che può essere curata, ma solo con due sonori schiaffoni al malato. Se poi ad ammalarsi è il più grande sindacato italiano, la cosa diventa un problema politico che riguarda non solo gli iscritti ma l’intera società.
Infatti, le ipotesi di contratto bocciate recentemente dai lavoratori Alitalia, dell’igiene ambientale e di Fincantieri mostrano una CGIL stagnante nella difesa di una concertazione impossibile con le controparti, senza idee, strategia, ma soprattutto distante anni luce dai lavoratori.
È fuori dalla realtà gridare vittoria per l’abolizione dei voucher, come ha fatto Susanna Camusso, e intanto fregarsene dell’aumento dei contratti a chiamata, del dilagare dei contratti atipici e del lavoro nero, dell’aumento dei ritmi di lavoro, che stanno trasformando sempre più lavoratori in macchine, da usare e poi rottamare. Le aziende non assumono, ma spesso caricano di straordinario i lavoratori, non di rado pagandolo in nero.
Ma la cosa peggiore è che i lavoratori che si ribellano vengono sistematicamente attaccati e criminalizzati dallo stesso sindacato: come è successo in Alitalia, o abbandonati a se stessi, come alla INNSE. Della serie o chinate la testa come vi impone di fare il sindacato o sarete soli contro il padrone.
Landini-Camusso: il patto di ferro
Se la complicità della CGIL con i padroni è una malattia conclamata da decenni, fino a poco tempo fa sembrava che la FIOM fosse l’ultimo baluardo a difesa dei lavoratori, in conflitto con il padronato e in polemica con la direzione confederale.
Poi la FIOM ha firmato, pochi mesi fa, il peggiore contratto nazionale dei metalmeccanici che la storia ricordi, accettando le condizioni di Federmeccanica e allineandosi con FIM e UIL, su posizioni che precedentemente essa stessa aveva duramente criticato.
Anzi ha fatto di più: spostandosi ancora più a destra della CGIL ha accentuato la repressione verso l’area di minoranza ”Il sindacato è un’altra cosa”.
Significativo e surreale è l’attacco verbale portato da Papignani, segretario regionale FIOM per l’Emilia Romagna, a un esponente dell’area di minoranza, durante un direttivo FIOM a Forlì. Secondo questo burocrate, gli esponenti della minoranza sarebbero dei “parassiti strutturati”, dei virus da distruggere. Senti chi parla!
La loro repressione, le nostre proposte
La storia ci insegna che in periodi di crisi si accentua la guerra di concorrenza fra le imprese e, in ogni singola impresa, gli attacchi ai diritti e ai salari. Questi attacchi provocano naturalmente la reazione dei lavoratori, a cui segue come è naturale la repressione padronale. Ciò che non ci si aspetta è il boicottaggio delle lotte da parte del sindacato! E invece Camusso e Landini fanno i guardiani per conto dei padroni e dell’attuale Governo dei padroni.
Noi vogliamo un sindacato, una CGIL, una FIOM che riaprano una grande stagione di lotta per riprenderci ciò che ci è stato rubato.
Il nostro programma è preciso: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, senza aumentare i ritmi produttivi, cassa di resistenza per finanziare gli scioperi, reintroduzione piena dell’art. 18 per tutte le categorie e in tutte le imprese, diminuzione dell’età pensionabile. Questo è il sindacato che ci vuole!
PCL Romagna