FIR e PCL separano le proprie strade
Prendiamo atto delle scelte della frazione e consideriamo pertanto fuori dal partito i compagni della FIR
L’8 Aprile si è riunito il Comitato Centrale del partito che dopo un approfondito dibattito ha approvato, con maggioranza superiore alla metà dei componenti e ai 3/4 dei presenti ( secondo quando previsto dallo Statuto), il seguente dispositivo con 17 favorevoli, 3 contrari, 2 astenuti:
Il CC del PCL del 8 e 9 aprile 2017 prende atto del documento costitutivo della FIR (Bilancio del IV congresso) e dell’agenda politica immediata che ne è parte integrante. Tale documento costitutivo profila un’attività politica indipendente esterna all’organizzazione, come evidente dal complesso dei punti dell’agenda politica che propone di darsi immediatamente strumenti di azione pubblica di organizzazione collettiva, con un proprio indipendente intervento nelle avanguardie politiche e di classe, sul piano nazionale ed internazionale. Ciò a partire dalla definizione del PCL come un partito con un “profilo politico pienamente centrista che cancella tutto il patrimonio del marxismo”, in contrasto con l’OdG votato unanimemente, compresi i rappresentanti della FIR, dal CC del 28/1/17 che affermava l’impegno unitario del partito “contro ogni forma di intolleranza verso il dissenso interno e i suoi diritti democratici, così come contro ogni forma di frazionismo pubblico o di negazione del comune carattere marxista rivoluzionario del partito”. Inoltre, l’attività dei sottoscrittori e dei dirigenti della FIR successiva alla pubblicazione del documento della frazione e degli altri testi collegati, conferma pienamente questo profilo pubblico: da una parte il tentativo di pubblicazione del proprio testo isolato sul sito (in maniera difforme dalle decisioni a larga maggioranza della segreteria politica), dall’altra la spedizione del proprio singolo documento a esponenti di altre forze politiche e sindacali, nazionali ed internazionali, rende politicamente evidente questa intenzione. L’articolo 4.5 dello Statuto del PCL riporta che “Per frazione si intende un gruppo di iscritti/e che, considerando di essere in dissenso con il resto dell’organizzazione (maggioranza o minoranza che siano), su elementi centrali di strategia o di programma generale, decidono di coordinarsi strettamente per sviluppare la propria battaglia politica interna su tali questioni, costituendosi direttamente in frazione. La frazione si distingue dalla tendenza per il rilievo del dissenso e per la maggior strutturazione organizzativa, che comporta di norma la costituzione di organismi di direzione della frazione e, eventualmente, l’instaurazione di una disciplina di voto. Non è comunque consentita un’attività politica indipendente esterna all’organizzazione (frazione pubblica). L’adesione ad una frazione è esclusivamente individuale”. Il CC fa appello quindi a tutti i sottoscrittori e partecipanti alla FIR a fare un passo indietro, mantenendo le proprie convinzioni e la propria battaglia politica nei confini statutari del nostro partito, rimuovendo esplicitamente e pubblicamente l’agenda politica immediata proposta nel testo ed ogni comportamento da frazione pubblica.
Il CC, infine, a norma dell’articolo 13 (ed in particolare del comma 13.3) decide di procedere all’espulsione dei compagni e delle compagne della FIR, qualora la frazione dovesse confermare nei comportamenti l’impianto di azione politica indipendente esterna dal PCL previsto nella sua agenda politica immediata (ad eccezione di coloro che formalmente e di fatto si differenziassero da tale profilo pubblico), dando mandato per l’applicazione di questo dispositivo negli specifici casi alla Segreteria politica.
Successivamente alla conclusione del Comitato Centrale, dove gli esponenti della FIR hanno partecipato a tutti i lavori, astenendosi sulla risoluzione politica, i compagni e le compagne della frazione nel CC e diversi militanti di Napoli, Roma ed Emilia Romagna ci hanno comunicato che si dimettono seduta stante dagli organismi dirigenti ed escono dal partito, in quanto “non intendono fare nessun passo indietro” all’interno dei confini statutari del PCL, “rifiutandosi di rimuovere” l’agenda politica immediata della FIR che profila un loro intervento politico indipendente. Per questo escono dal partito “impegnandosi senz’altro a verificare nella battaglia politica quotidiana, nelle lotte degli sfruttati e degli oppressi, la validità delle loro posizioni”
Per approfondire: Dopo il IV Congresso prosegue il confronto nel PCL