Voucher: quando il referendum abrogativo diventa l’unico strumento di lotta di un sindacato alla frutta
Pubblichiamo questo articolo, chiuso prima dell’annuncio dell’abolizione del sistema di pagamento con voucher, che mantiene tutta la sua attualità rispetto alla situazione generale di precarizzazione della vita dei lavoratori in Italia.
Alzare la soglia di reddito da lavoro percepito dal lavoratore da 2000 a 7000 euro l’anno per potere usufruire del pagamento con voucher faceva prevedere un utilizzo spropositato di questo sistema e una inevitabile espansione dello sfruttamento ed un conseguente aumento dei profitti da parte del padronato, ed è stato questo il vero obiettivo del governo Renzi con l’imposizione del jobs act. Pretendere di recuperare i diritti perduti a posteriori è molto difficile e a maggior ragione con lo strumento referendario come sta facendo CGIL quindi, se lo sciopero del 12 dicembre 2015 non è stato sufficiente a fermare l’attacco del governo ai lavoratori, si doveva prolungare lo sciopero generale e ad oltranza per l’abbattimento del jobs act nella sua totalità e non solo sulla questione dei voucher, è bene ricordare che il jobs act prevede il DEMANSIONAMENTO UNILATERALE, non riconosce la professionalità del lavoratore, gli attribuisce maggiori responsabilità e una retribuzione minore della precedente.
Già L’eliminazione dell’art 18 garantiva il licenziamento senza giusta causa e l’impossibilità del rientro da parte del lavoratore, il jobs act compie l’opera padronale ELIMINANDO TUTTE LE TUTELE con la diminuzione del risarcimento a danno del lavoratore indipendentemente dall’anzianità di servizio.
Legittima il CONTROLLO A DISTANZA DEL LAVORATORE sempre e comunque. La privacy personale è solo un ricordo.
CONFERMA IL PRECARIATO in tutte le su forme e la diminuzione della sicurezza sul lavoro.
ABBATTIMENTO PROGRESSIVO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, riduzione costante dei tempi della cassa integrazione, molti lavoratori a seconda del tipo di contratto ne sono esclusi.
Ma il denaro risparmiato dal sempre minor ricorso alla cassa integrazione dove vanno a finire?
All’AGENZIA NAZIONALE PER L’OCCUPAZIONE il cui compito consisterebbe nel favorire e incentivare la ricerca attiva di una nuova occupazione, attraverso percorsi personalizzati d’istruzione, formazione professionale e lavoro, e il rafforzamento delle capacità d’incontro tra domanda e offerta di lavoro…bla bla nei fatti però… la ricerca del lavoro viene lasciata alla gestione delle agenzie private per il lavoro finanziate con denaro pubblico sottratto alle tasche dei disoccupati e ai centri per l’impiego pubblici che oramai son ridotti all’osso e data la condizione non casuale di questi ultimi, non si spiega dove, la CGIL veda la competizione al ribasso nell’accaparramento dei voucher tra pubblico e privato e come individui solo in questo la causa della mancata qualità dei servizi, e non piuttosto in tutte le tipologie di contratto precarizzanti, nel continuo aumento di produttività e responsabilità dei lavoratori previsti anche nel jobs act, senza pensare di abolirlo definitivamente e con l’unico strumento che abbia un senso, lo sciopero generale .
Ancora più fumoso è l’appello referendario sulla “sensibilizzazione e responsabilizzazione “ del committente appaltatore sulla qualità del servizio erogato, senza spiegare in che modo si intenda farlo e dopo avere abbattuto tutti i diritti dei lavoratori fino al limite della schiavitù, qualche sospetto di fregatura ci sia consentita. Ci auspichiamo che almeno questa volta, il sindacato eviti di contrapporre ipocritamente l’appalto al ribasso come unica causa di servizio scadente al sistema di accreditamento uniformante pubblico- privato basato sul pareggio di bilancio e il cui raggiungimento dei livelli di qualità è scaricato tutto sulle spalle dei lavoratori, aumento della disoccupazione a seguito di riduzione del personale, aumento dei carichi di lavoro e di responsabilità esclusiva dei lavoratori indipendentemente dalle condizioni di lavoro, riduzione dei salari, ferie e riposi … Di un ulteriore peggioramento delle condizioni del mondo del lavoro mascherato da riforma socialmente utile al fine di proseguire la politica di privatizzazione i lavoratori ne fanno anche meno, e così di un referendum per ottenere le briciole dopo che ci è stato tolto il pane.
Ai continui referendum abrogativi volti al recupero parziale di diritti rubati preferiamo lo SCIOPERO GENERALE DI TUTTE LE CATEGORIE! come necessario strumento di lotta contro l’attacco padronale e del governo e per la totale abolizione del jobs act e di tutti i contratti precarizzanti in esso contenuti.
Vogliamo L’estensione degli ammortizzatori sociali e DELLA CASSA INTEGRAZIONE continuamente ridotta dai tagli riformisti per finanziare le aziende private di somministrazione lavoro, quindi L’ABOLIZIONE DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI a queste aziende a favore della ricostituzione e FINANZIAMENTO AI CENTRI PUBBLICI PER L’IMPIEGO!
L’abolizione del sistema DI APPALTI PUBBLICI AI PRIVATI ma anche del sistema di ACCREDITAMENTO il quale essendo basato sul pareggio di bilancio e in assenza di finanziamenti pubblici ai propri enti, scarica i costi della QUALITÀ DEL SERVIZIO EROGATO esclusivamente sulle spalle dei lavoratori sia in termini di responsabilità (anche penale) che in termini di diritti e salari creando un gioco di costante ed incessante aumento di produttività e di profitti.
Marla Taz