Sull’assemblea de “Il Sindacato è un’altra cosa” di Firenze
di Gabriele Severi
(RSU FIOM-Cgil Marcegaglia Forlì)
Venerdì scorso 8 luglio a Firenze si è svolta l’assemblea nazionale dell’area “Il sindacato un’altra cosa”- opposizione CGIL primo vero confronto post “repressivo” da parte della CGIL e della FIOM al nostro portavoce e ai delegati FCA dichiarati da tempo dalla stessa organizzazione “incompatibili” e di conseguenza un chiaro attacco a tutta l’area sindacale che ha infine portato all’uscita “volontaria” dal nostro sindacato di diversi compagn*. Festeggia (ma non troppo!) la Cgil e festeggia soprattutto Landini e la FIOM per la decisione presa da Sergio Bellavita, da alcuni funzionari e da diversi delegati di abbandonare la Confederazione per approdare ai sindacati di base.
Personalmente rispetto la loro difficile e inderogabile decisione, ma non condivido tale scelta come tanti componenti che come me invece hanno deciso di continuare il loro impegno nell’area perché sono convinto che esista uno spazio, che ci è stato dato nell’ultimo congresso dai tantissimi lavoratori che hanno votato il documento alternativo a Camusso/Landini, e che tale spazio sia vitale soprattutto ogni giorno nelle nostre fabbriche e nei nostri posti di lavoro. Quello spazio è stato orgogliosamente conquistato con l’impegno di tantissimi delegat* che fanno vera rappresentanza e combattono duramente su più fronti tra padroni e burocrazie sindacali. Si tratta di consensi arrivati soprattutto da quei lavoratori che durante le assemblee congressuali hanno potuto avere la possibilità di ascoltare le nostre posizioni e rivendicazioni chiaramente alternative a Camusso e alla pessima attuale classe dirigente di questa CGIL e della stessa FIOM che con il suo segretario Landini andava “illudendo” gli stessi lavoratori che con qualche emendamento e “false” promesse di opposizione avrebbe cambiato la linea della Cgil da dentro. Si tratta di bufale che oggi lasciano l’amaro in bocca visto che a distanza di quasi 3 anni è successo l’esatto contrario. Insomma è una questione di rispetto dovuto a quei lavoratori che ci hanno dato il loro voto e che sperano in “un altro sindacato”, voto che va ripagato con il nostro impegno e la nostra coerenza.
Quella di Firenze è un’assemblea importante, visto che dalla discussione emerge con forza la volontà di andare avanti, va rivista sicuramente la gestione dell’area, che necessita assolutamente di un coinvolgimento più collettivo della base e dei loro rappresentanti e meno verticistico. Ci attende un autunno che dovrebbe mettere a punto e concludere il percorso di “ristrutturazione” dei ruoli all’interno degli organi dell’area, con un Coordinamento che sia più rappresentativo nei ruoli e nei luoghi di lavoro, che possa essere ancora più costruttivo e funzionale.
Sono tanti i punti toccati nell’assemblea che riguardano direttamente la nostra area programmatica, analisi su errori commessi e sviluppi futuri da mettere in campo.
Unire le lotte e le vertenze
Si pone in primis il continuo impegno sulle attuali questioni importanti sui tavoli di tutte le vertenze con l’obiettivo di generalizzare e unificare il più possibile le lotte e le mobilitazioni a partire dai CCNL delle varie categorie, dai metalmeccanici ai lavorator* del pubblico impiego all’ambiente e altri settori come le poste o come nelle vertenze sui licenziamenti di massa dei sistemi informativi (ex-IBM). Dobbiamo continuare l’opposizione al modello contrattuale Cgil-Cisl-Uil che è causa e non soluzione del continuo peggioramento delle condizioni globali delle lavoratrici e dei lavoratori.
La questione Fincantieri
Si tratta di uno spartiacque importante e di svolta per le trattative future a partire dal CCNL dei metalmeccanici, tuttora in stallo, che quella vertenza potrebbe sbloccare in un senso o nell’altro. Diversi delegati del Gruppo Fincantieri da Palermo a Castellamare fino agli stabilimenti del nord si sono giustamente arrabbiati con chi dopo le lotte e mobilitazioni sta svendendo l’ennesimo accordo al ribasso. Da questi i delegati e dall’intera area viene il giusto rigetto a tale accordo e l’invito di tutti i lavoratori del Gruppo a votare NO al prossimo referendum di fine luglio.
La questione pensioni
Oggi dobbiamo opporci alle linee concertative della Cgil sulla riforma pensionistica perché semplicemente INACCETTABILE! Si tratta dell’ennesimo servizio di Poletti e di questo governo alle banche a spese ancora di chi lavora: tutti i lavoratori devono essere messi al corrente di ciò che si sta discutendo fino a chiedere l’abbandono del tavolo da parte della nostra confederazione.
Un secco NO al referendum costituzionale…senza tentennamenti.
Inoltre la CGIL deve esprimersi chiaramente per il prossimo referendum costituzionale previsto in autunno, la “cosiddetta” riforma dei padroni spalleggiati anche e soprattutto dal governo Renzi che per primi e senza dubbi hanno sottoscritto uniti il SI a questa controriforma. Non basta la criticità espressa tra le righe: il piede su più staffe di solito fa perdere credibilità e questo la nostra segreteria generale dovrebbe saperlo bene, va detto fortemente dalla classe dirigente cigiellina un categorico NO!
…Fare come in Francia!
In Italia si firma, in Francia si sciopera e si lotta contro il governo delle banche e dell’austerity che vuole imporre ai lavoratori e alle lavoratrici francesi il “Jobs Act” in salsa transalpina! Cgil e Fiom vanno avanti a slogan appoggiando (solo a parole!) le mobilitazioni francesi. Va sottolineato che in Francia non è la CGT ma sono i lavoratori e le lavoratrici francesi il vero movimento chiaramente di classe a “obbligare” il maggior sindacato francese alla mobilitazione praticamente continua!
A tal proposito all’assemblea è intervenuta ospite Emmanuelle Bigot, responsabile internazionale di SUD Solidaires. Il suo intervento è stato sicuramente importante, chiarissimo ed efficace tra l’altro in un ottimo italiano.
La compagna francese evidenzia come anche in Francia la crisi capitalistica mondiale sia ormai cronica e la classe lavoratrice sia sotto attacco dell’arroganza governativa e padronale. Ritiene assolutamente necessario e utile per la nostra classe sociale un movimento sindacale forte, unito e internazionale, una lotta di classe e un fronte unico di lotta anticapitalista per opporsi ai distruttivi patti sociali imposti da banche e austerity. Combattere contro le repressioni che i vari governi mettono in campo contro scioperi e mobilitazioni con violenze e soprusi è un dovere di tutti, e chiude con…SOLIDARITÉ INTERNATIONALE!
In una sala gremita da oltre 150 delegati si sono susseguiti tanti interventi (quasi 50!) molto interessanti che hanno animato una vivace discussione. Tra gli altri spiccano l’ottima introduzione alla discussione di Eliana Como e l’analisi di Luca Scacchi su una CGIL chiaramente “uscita” dall’immobilismo ma in direzione assolutamente contraria alla vera tutela dei lavorator* e al nostro agire, rivolta più allo scambio con Confindustria e padroni sulle politiche contrattuali. L’ipotesi di accordo in Fincantieri è esemplificativa: con una auspicabile vittoria dei NO a quell’accordo potrebbero aprirsi importanti spiragli per una costruzione di una opposizione di classe. Inoltre condivido in pieno il passaggio sulla disomogeneità dell’area, dovuta al pluralismo interno, e sulle tante idee anche diversificate che sono da considerare come ricchezza e valore aggiunto reale.
Rimane l’impegno da svolgere quotidianamente sia nelle nostre fabbriche e posti di lavoro sia nelle discussioni e nelle attività sindacali. La guerra tra “bande” interne e la critica ai partiti interni all’area diventa sterile se insieme si costruisce e si condivide struttura e programma. È necessaria una ripartenza più rapida possibile del gruppo e dell’area, concreta e unita il più possibile. In questo modo si avvieranno percorsi condivisi e il più possibili unitari proprio per creare documenti, strategie e programmi per migliorarsi e rilanciare le lotte nei posti di lavoro e renderle più unitarie ed efficaci possibili.
Il mandato ricevuto dai lavoratori all’ultimo congresso va rispettato e va ampliato dove possibile partendo dai posti di lavoro e dalla forza che i lavoratori possono mettere in campo, anche in prospettiva della prossima fase congressuale che deve vederci pronti e in prima linea, con chiare posizioni classiste e in aperta opposizione a questa classe dirigente del maggiore sindacato di massa, che purtroppo non è più realmente rappresentativo.
Anche se in direzione ostinata e contraria ripartiamo da ciò che ci unisce…Andiamo avanti!
Gabriele Severi
(RSU FIOM-Cgil Marcegaglia Forlì)
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