La debacle del sindacato e la lotta di classe
Il voto finale dell’integrativo Marcegaglia dimostra ancora una volta il tradimento delle burocrazie sindacali e delle RSU firmatarie che, ormai in combutta con il padronato, strategicamente spaventano l’operaio e non lo incitano più alla lotta, paventando una scarsa partecipazione ed una sicura sconfitta, con il rischio di perdere l’elemosina del padrone.
È emblematica la vertenza Marcegaglia; nonostante l’azienda viva il suo massimo splendore nel territorio di Forlì, con investimenti milionari e assunzioni, si dice in assemblea: “L’azienda investe e noi rispondiamo con uno sciopero?”. Come se l’azienda investisse per gli operai e non per il proprio profitto.
Il padrone sa cosa vuole e come prenderselo.
Non vi è lotta senza guida e nonostante l’atteggiamento arrogante e di presunta durezza e purezza di certi burocrati sindacali, in realtà di fronte al padrone costoro diventano agnellini pronti al sacrificio. Sacrificio ovviamente degli altri, di quelli che dovrebbero difendere.
Il sacrificio di una classe che ormai prende schiaffi da destra e da sinistra, di una classe sempre più assuefatta alla volontà del padrone con il benestare dei sindacati.
Il ventennio berlusconiano ha irreparabilmente violentato il cervello di questa classe tanto da sentirsi imprenditori, ma di cosa poi? Dei propri debiti? Delle rate? Delle tasse sempre più alte? Dell’effimero benessere girando in bmw, con l’iphone e abiti firmati?
Rinsavite, è tutto un bluff!
Per il padrone siete solo il mezzo per arrivare al fine.
Per capire l’importanza di ognuno di noi e fondamentale capire a che classe apparteniamo; solo così possiamo tornare a vincere e strappare qualcosa ai padroni sul posto di lavoro e non solo.
Il sindacato è il nostro mezzo per arrivare al fine. E in questo momento certi burocrati dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza (ammesso che ne abbiano ancora una) e chiedersi il motivo di tante tessere non rinnovate.
Noi crediamo che la mancata lotta su Articolo 18, Jobs Act, riforma delle pensioni e, non ultimo, il continuo incentivo ai licenziamenti volontari a suon di euro sarà la loro eutanasia, dato che a quanto pare sembrano aver smarrito la retta via.
Noi del PCL indichiamo da sempre un’alternativa di classe ai lavoratori, una via che metta al centro la lotta in ogni singolo stabilimento e il coordinamento delle agitazioni e delle vertenze.
Cellula operaia – PCL Romagna “Domenico Maltoni”