Informati in questi giorni del vile provvedimento delle questure, rivendichiamo la necessaria immunità per i compagni denunciati per aver partecipato a picchetti di solidarietà assieme ai lavoratori in sciopero.
Rivendichiamo il diritto alla manifestazione, così come il diritto al lavoro e alla casa, e pertanto siamo indecentemente vittime della repressione dell’istituzione borghese, schedati e fotografati come se fossimo dipinti esposti in un museo, all’occorrenza denunciati per dare un’impressione di continuità all’ordine costituito.
Siamo coloro che subiscono la democrazia, e nonostante le avversità torniamo imperterriti a lottare per la nostra causa, ignorati e in minoranza siamo però ovunque vi sia oppressione e sfruttamento, questi voluti da una classe dirigente imputridita dal sistema repressivo ereditato dal fascismo, dominante oggi in Italia.
Riteniamo vergognoso che dopo 30 anni di smantellamento di diritti elementari dei lavoratori, ci sia chiesto di riporre nuovamente la fiducia in un governo sempre più reazionario.
Siamo dietro lo specchio, dove vale tutto e il contrario di tutto.
Dove vieni schedato dalla DIGOS per una manifestazione, mentre il Governo che dovrebbe fare i tuoi interessi mira solo a sostenere la sete di profitto dei grandi sfruttatori capitalisti, e contemporaneamente un manager che aggredisce un lavoratore non merita nemmeno una riga di biasimo su un giornale; minacciati dalla polizia quando critichiamo il leader di un sindacato-fantoccio, che ingrassa mentre i suoi esponenti nelle fabbriche vengono licenziati; dove “i ministri non si contestano perchè è antidemocratico” ma intanto nella scuola pubblica della grande Italia renziana ci vanno i figli dei proletari, i borghesi hanno le paritarie abbondantemente sponsorizzate, garantisce il PD.
Non siamo intenzionati a cedere davanti a queste intimidazioni, sempre accanto alle vittime della repressione.