GIÙ LE MANI DALLA SANITÀ! MOBILITAZIONE GENERALE CONTRO IL GOVERNO!
E tutto questo perché? Per risparmiare i miliardi necessari per abolire la Tasi anche sulle case di lusso e l’Imu sui capannoni degli industriali. Cioè per continuare a fare le politiche di Berlusconi puntando all’elettorato di destra. Questo mentre si pretende che ogni (eventuale) anticipo d’uscita dal lavoro sia pagato dalla riduzione pesante di pensioni già da fame; mentre non si destina un euro al rinnovo dei contratti pubblici, bloccati da sei anni; mentre si promuove un nuovo attacco al diritto di sciopero nei servizi pubblici colpiti dai tagli; mentre la Confindustria, amica di Renzi, rifiuta di rinnovare i contratti del settore privato pretendendo lo svuotamento preventivo del CCNL, addirittura chiedendo soldi indietro agli operai.
Cosa bisogna attendere per promuovere una mobilitazione e uno sciopero generale contro il governo e il padronato? I vertici sindacali (inclusi Camusso e Landini) continuano a balbettare senza muovere un dito. Un anno fa promossero una mobilitazione (debole e tardiva) contro il Job Act, per poi condurla su un binario morto. Quest’anno neppure quella. Neppure di fronte a un governo che umilia lo stesso sindacato. Nel migliore dei casi si “critica” il governo con qualche intervista, o si organizza qualche passeggiata. Ma nessuna lotta reale dei lavoratori e delle lavoratrici. E questo mentre avanza un progetto istituzionale reazionario che mira a concentrare nelle mani di Renzi tutti i poteri fondamentali della Repubblica.
Questa paralisi dell’opposizione di classe va archiviata. Occorre rispondere all’offensiva avversaria con una radicalità uguale e contraria. Occorre che tutte le organizzazioni che dicono di stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici uniscano nell’azione le proprie forze, promuovendo un vero sciopero generale, capace di bloccare il Paese. Occorre che tutte le avanguardie, ovunque collocate, si battano per questa svolta unitaria e radicale della lotta.
A questa lotta va data una piattaforma di rivendicazioni che unisca lavoratori, precari, disoccupati attorno a una battaglia comune. Solo la classe lavoratrice può liberare l’Italia dalla dittatura dei capitalisti e dei loro governi. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, basato sulla loro organizzazione e la loro forza, può fare pulizia e costruire una società nuova.
Il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), l’unico che non ha mai tradito i salariati, si batte in ogni lotta per questa prospettiva.