UMANAMENTE DECADUTO È CHI DIFENDE I PROFITTI DELLE AZIENDE SULLA PELLE DEI CITTADINI
di Volodia e Frecciarossa
Con la sua “summa” sulla vicenda del biodigestore, affidata al sito del comune (qui), il sindaco Grandini ha perso un’occasione per tacere. E fare una figura più signorile dell’ignobile balletto degli ultimi mesi sulla vicenda del biodigestore.
Il primo cittadino di Forlimpopoli, targato PD, è comprensibilmente deluso. La batosta che i suoi concittadini gli hanno assestato brucia ancora. Davanti a un comitato di persone che fanno valere le proprie ragioni con metodi “democratici”, questo esponente del partito “democratico” (appunto) blatera di decadimento umano, irragionevolezza, demagogia, populismo e addirittura “stupro del rispetto umano”. Neanche fossimo davanti a terroristi della peggior specie.
E tutto perché i cittadini forlimpopolesi hanno detto NO al progetto di un impianto di biodigestione che avrebbe fatto finire ingenti fondi pubblici nelle tasche di un imprenditore privato (sotto forma di incentivi) e che avrebbe peggiorato la salute e la qualità della vita dell’intera Forlimpopoli senza apportare il minimo beneficio pratico, salvo appunto a un pugno di imprenditori. Si tratta di impianti, che per stessa ammissione di chi li costruisce e gestisce, sarebbero antieconomici senza incentivi. E verranno abbandonati quando lo stato chiude i rubinetti. Impianti che non bruciano rifiuti ma che si alimentano con una componente vegetale coltivata appositamente, in un ciclo in cui l’unica cosa che cresce è solo il guadagno degli imprenditori coinvolti.
Non ci meraviglia la stizza di Grandini: fin dalle primissime riunioni del Comitato No Biogas a cui ha partecipato ha affermato “che bisogna tutelare gli interessi delle imprese”. Dunque sappiamo da che parte sta. Il sindaco sta con il capitale, con il profitto, con il padrone. Ma si stizzisce, dato che questa volta i cittadini non sono stati zitti e buoni a ingoiare e (bio)digerire l’ennesimo scempio del buonsenso (e dare soldi pubblici a un imprenditore privato che non produce nulla si potrebbe definire ben peggio).
Parla di imprenditori calpestati e oltraggiati, di atteggiamenti camorristici verso “aziende leader nella costruzione di impianti innovativi” (l’azienda che doveva costruire il biodigestore forlimpopolese ha da anni il fatturato pari a zero, la grande leader).
L’evidente confusione del sindaco si evince dalla domanda “Cosa ne facciamo di tutta la merda che produciamo?”, quando sa benissimo che il biodigestore non avrebbe digerito rifiuti, come lui stesso ricorda ai cittadini poche righe sopra.
Il sindaco fa i complimenti alle istituzioni, che secondo lui hanno funzionato, elogia persino l’opposizione dei 5 Stelle (e sappiamo che quando il potere elogia un’opposizione è segno che qualcuno non fa il suo mestiere…), invoca la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Come se il sistema fosse sano.
La politica del PD nei confronti dell’ambiente è chiara, a livello locale, provinciale (si veda la questione dell’inceneritore di Forlì) e nazionale (si veda il decreto Sbloccaitalia). Ed è tutta a vantaggio del capitale dell’imprenditoria, degli interessi di alcune lobby e non certo della natura o delle persone.
È stato bocciato il biodigestore a San Pietro ai Prati: è stata vinta (meritatamente) una battaglia, ma non la guerra. Il nuovo RUE ha di fatto reso più severi i parametri per la costruzione di nuovi impianti, ma non impedirà ad altre aziende “leader” di costruire nelle frazioni limitrofe.
Solo perché si è evitato un pugno non si è vinto l’incontro. L’incontro, o lo scontro, sarà vinto quando la produzione, e la gestione dei rifiuti che ne derivano, sarà sotto controllo diretto dei lavoratori: avremo vinto quando la produzione non dovrà più sottostare all’obbligo di produrre profitti per una classe di sfruttatori, ma sarà finalizzata al soddisfacimento dei bisogni di tutti. Avremo vinto quando i lavoratori controlleranno la produzione. E per questo ci vuole la rivoluzione, una strada lunga e difficile, ma che gli orrori del capitalismo non fanno che rendere ogni giorno più inevitabile.