Sindacato pugile suonato
Le burocrazie sindacali si stanno comportando come quel pugile suonato che, dopo una serie di sconfitte umilianti, esibisce i muscoli, tira pugni nel vuoto e poi sorride a quelli che lo hanno ridotto in quelle condizioni, non avendo la minima intenzione di tornare a combatterli sul ring.
Infatti, con gli scioperi dal 18 al 22 maggio, la CGIL, la UIL ma soprattutto la FIOM di Forlì (ignorando la richiesta della minoranza “Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione in CGIL” di una manifestazione credibile contro il governo Renzi) hanno toccato il fondo.
Le segreterie CGIL e UIL e i loro segretari territoriali (da tempo compagni di merende!), Amanti e Foschi, hanno vergognosamente delegato alle singole RSU le modalità dello sciopero, mettendole in seria difficoltà, con buona pace della stessa FIOM territoriale.
È stato uno sciopero di propaganda scoordinato, frammentato e privo di un programma di lotte.
Per esempio, le quattro ore scioperate venerdì pomeriggio all’ Electrolux saranno servite al massimo ad accorciare la settimana lavorativa. Inoltre, a beffa dei lavoratori, è quasi certo che l’azienda chiederà di recuperarle con ore di lavoro straordinarie, e probabilmente con il consenso degli stessi sindacati che hanno indetto questo sciopero assurdo ma soprattutto inutile.
In quanto alle altre iniziative, che nel volantino sindacale vengono velleitariamente definite con lo slogan “riprendiamoci i diritti”, sembrano fatte apposta per non disturbare nessuno a partire dal solito penoso presidio davanti alla Prefettura (lunedì 18 maggio) e dalla passeggiata in difesa della scuola pubblica di martedì scorso, fino all’iniziativa sullo Statuto del lavoratori in Piazzetta della Misura di giovedì 21. Quest’ultima patrocinata dal Comune di Forlì e con relatore quel Roberto Balzani ex sindaco di Forlì ed esponente di spicco del PD, cioè dello stesso partito che sta distruggendo i diritti del lavoratori. Grottesco!
Precisiamo: non siamo certo contro gli scioperi anzi, ma critichiamo quelli fatti esclusivamente per autopromozione dalle burocrazie sindacali e con il sostegno dei nemici dei lavoratori.
Se davvero si vuole ottenere qualcosa è necessario preparare uno sciopero generale a oltranza: per il ritiro del Jobs Act, della riforma della scuola, e per la cacciata del Governo Renzi, il peggiore della storia della Repubblica.