Il biodigestore di Forlimpopoli e la coperta corta…
di Volodia
Dopo la serata con esperti e oncologi sul biodigestore in progetto a Forlimpopoli assistiamo al patetico balletto delle forze politiche locali (Lega, M5S, Sel) che tentano affannosamente di buttare il cappello sulla lotta del comitato No Biogas. La Lega fa la voce grossa a tutela del territorio, mentre sta trasformando la Lombardia nella “caldaia d’Italia”, con un aumento del 98% di questo tipo di impianti solo tra il 2010 e il 2011. SEL urla a gran voce la sua contrarietà a queste politiche ambientali, salvo poi governare con il PD e avallarne le politiche. Il movimento 5 Stelle gonfia il petto gridando “siamo stati i primi a essere contrari!”, utilizzando il comitato come una clava politica contro il PD, reo di aver preso persino più voti della media nazionale nella frazione in cui sorgerà il biodigestore. Rosicano, c’è da capirli: il movimento perde i pezzi a Forlì e non solo. Il “povero” Beppe Grillo ha visto dimezzarsi i clic sul suo blog negli ultimi otto mesi, e c’è da chiedersi come riuscirà a mantenere la villa in Toscana.
In mezzo al bailamme non si salva dalle critiche neanche il Comitato No Biogas stesso: nato come “apolitico”, in realtà nella serata dell’11/2 ha mostrato un atteggiamento abbastanza titubante rispetto al potere comunale targato PD, chiedendo supinamente di esprimere un “no” al biodigestore alla stessa forza politica che lo ha votato nel 2009 e a quello stesso sindaco che non perde occasione per dichiarare “che bisogna tutelare anche gli interessi delle imprese”.
Insomma, sulla pelle dei cittadini si sta combattendo una battaglia che da ambientale è diventata essenzialmente politica. Noi del Partito Comunista dei Lavoratori abbiamo preso da subito una posizione netta e senza tentennamenti contro il biodigestore e non certo per tornaconto elettorale.
A differenza di tutte le altre forze politiche, abbiamo evidenziato come questo tipo di impianti rappresenti un colossale trasferimento di soldi pubblici in mani private, un espediente vile per consentire a imprenditori senza storia di fare profitti sulla pelle dei cittadini e con i loro stessi soldi (i contributi alle energie rinnovabili dedotti in bolletta).
Non ci interessa la vicinanza o meno al centro abitato, l’inquinamento, il rumore, la puzza (tutte ragioni sacrosante): è ora di smettere di ingrassare il portafoglio dei padroni ai danni della collettività, basta con il profitto di pochi a danno di tutti! Nessuno, 5Stelle inclusi, mette oggi in discussione questa politica capitalista, portata avanti da tutte le forze che tentano di salire sul carro del NO Biogas.
Esprimere un no al biodigestore senza discutere di modalità di produzione, di rapporti tra le classi sociali, di sistemi economici, di capitalismo è uno sterile esercizio retorico, buono solo per distrarre il popolo bove e incanalare la rabbia in piccole battaglie localistiche, come da sempre fa il M5S, per dimenticare la dinamica classista tra sfruttatori e sfruttati che nessuno vuole mettere in discussione, tantomeno queste forze sedicenti rivoluzionarie.
Invece è proprio su questo aspetto che vogliamo puntare il dito: senza una lotta anticapitalista e una ristrutturazione della produzione, ossia senza il controllo dei mezzi di produzione da parte dei lavoratori, non solo dovremo tollerare biodigestori, inceneritori e simili, ma anche Jobs Act, decreti Sbloccaitalia, attacchi al mondo del lavoro, erosione dei diritti acquisiti, tagli ai servizi e tutto quello che queste forze politiche, nel finto balletto tra maggioranza e opposizione, ci stanno propinando.