La diffamazione del quotidiano Libero scuola Goebbels
In questi giorni su Libero quotidiano, versione cartacea e versione web , è apparso un testo diffamatorio e pazzesco. L’articolo in questione s’intitola :” I terroristi islamici sono i nipoti di Trotsky?”. Da un lato il testo preoccupa: il doppio salto carpiato mortale per giungere a tali affermazioni deliranti (terrorismo=trotzkismo) fa davvero rimpiangere i metodi di Goebbels ( “più una menzogna è grande più è credibile”) e si presta alle peggiori provocazioni. Dall’altro denota sottotraccia la preoccupazione della stampa borghese: la figura di Trotsky non è innocua per la società del capitale.
Ma cerchiamo di andare con ordine analizzando il testo di Libero.
Nella parte iniziale si legge:” Nonostante le apparenze, quello che per comodità chiamiamo terrorismo islamico è un frutto al veleno della vecchia Europa, maturato a Parigi sul crinale degli anni Settanta. Qui, nel clima di quella stagione inquieta, l’esule Khomeini, con una complessa elaborazione culturale trapiantò il trotzkismo di cui allora si favoleggiava nel tronco dell’Islam, sostituendo al proletariato l’umma, cioè la comunità dei fedeli…”
Insomma per Libero Khomeini avrebbe trapiantato il trotzkismo sostituendo la lotta di classe con la fede religiosa. Il marxismo rivoluzionario che si fonda sul materialismo storico si sarebbe prestato all’integralismo islamico, per mano, per di più, di un suo profeta reazionario. E’ una cosa non solo falsa ma platealmente assurda e grottesca. Sarebbe come scrivere che la fesa del tacchino è il piatto vegano dell’anno.
Vorremmo ricordare a Libero e ai figli ignoranti della propaganda modello Goebbels che il trotzkismo iraniano fu irriducibile opposizione sia al regime dello Shah Reza Pahlavi ( attraverso il lavoro tra gli studenti al’estero) sia al successivo regime reazionario di Khomeini e del clero sciita.
Il Partito Socialista degli Operai dell’Iran nacque nel febbraio del 1979 in alternativa al Khomeinismo, su un programma classista e rivoluzionario. La repressione brutale del nuovo regime contro l’insieme del movimento operaio e della sinistra iraniana- incluso il partito stalinista del Tudeh che si era subordinato a Khomeini su dettato di Mosca- non risparmiò i trotskisti iraniani. Oggetto di persecuzioni, arresti, torture furono nuovamente costretti in larga parte all’esilio, dove continuarono la lotta. Altro che…”Khomeinismo…trotskista”!.
Ma il testo di Libero si proietta in altri voli pindarici: “Nel nuovo califfato (Isis), il trotzkismo di matrice khomeinista ha raggiunto la sua perfetta declinazione: i non musulmani sono considerati dai guerriglieri alla stregua del nemico di classe; l’internazionalismo, nato marxista, si è fatto islamico: i militanti hanno provenienze disparate in termini di nazione ed etnia; qualcuno arriva dall’Europa. Come accade ai rivoluzionari, dai giacobini in poi, anch’essi conoscono un solo linguaggio: il terrore.”
Qui l’unica perfetta declinazione è quella della demenza. A parte il fatto che il Khomeinismo iraniano è altra cosa dal panislamismo dell’Isis ( come sa qualsiasi osservatore di media cultura del Medio Oriente), occorre davvero una inesauribile stupidità provocatoria per assimilare un progetto internazionale socialista, interamente laico, fondato sull’uguaglianza e la solidarietà dei lavoratori e degli sfruttati, al di là di ogni confine e bandiera sciovinista, ad un progetto religioso integralista, fondato sulla discriminazione religiosa più fanatica, sostenuto e finanziato da settori di ricchissima borghesia araba, nemico giurato della classe operaia araba e internazionale come di ogni diritto democratico più elementare.
Il marxismo rivoluzionario, quindi il trotzkismo, si contrappone al sistema capitalistico, e a maggior ragione a ogni stato capitalista confessionale (Islamico o sionista), nella prospettiva storica di una democrazia socialista internazionale, senza sfruttati e sfruttatori, governata dai consigli dei lavoratori.
Ignoranza e stupidità non danno diritto alla calunnia. Sia essa stalinista o come in questo caso fascistoide. .
http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=4014
1 Goebbels nel 1933, venne chiamato a rivestire la carica di Ministro della Propaganda, e l’equivalente carica all’interno dello NSDAP come Reichsleiter, del primo gabinetto Hitler, carica che mantenne ininterrottamente fino alla sua morte e alla caduta del Terzo Reich.
Goebbels disse nella metà negli anni 30 : “che una menzogna, tanto più era grande tanto più facilmente poteva essere creduta”.
esecutivo PCL