Chiunque abbia scelto di non dare un’educazione cattolica ai propri figli ha quasi sicuramente dovuto controbattere più volte a questi e altri argomenti. Il perché “li prendano da piccoli” è chiaro, lo dice la chiesa cattolica nel catechismo, ossia il manuale a cui devono attenersi tutti gli educatori cattolici e in cui sono esplicitate le posizioni ufficiali della chiesa sui temi più importanti.
Chiunque viene “evangelizzato” da piccolo, sarà condizionato per tutta la vita. Ma cos’è che viene insegnato di preciso? Quali sono i messaggi, neanche tanto sotterranei, che passano attraverso il catechismo?
Molti cattolici si affannano ad affermare che non si viene condizionati, che sì la chiesa ha posizioni molto rigide su certi argomenti, ma don X è molto tollerante, la catechista Y è molto buona e gentile, sicuramente fa bene ai bambini, vengono comunque insegnati dei valori positivi.
No.
Come alcune sostanze pesanti, il catechismo fa male sempre, anche a piccole dosi. Brucia il cervello, in tutti gli aspetti della vita umana (sessualità, autodeterminazione, indipendenza di giudizio, etica, ecc.)
Perché nel catechismo si annidano concetti mica da ridere, anche in quelli apparentemente innocui. Si condanna l’omosessualità, ogni tipo di organizzazione diversa dalla famiglia etero e benedetta dal matrimonio, l’aborto e la contraccezione, ma si giustificano la guerra, la leva obbligatoria e la pena di morte (v. paragrafi 2267, 2309, 2310).
Ma il punto che mi preme affrontare è il rapporto tra l’educazione cattolica e la rivoluzione/rapporto con l’autorità. Perché la chiesa mira a mantenere lo status quo del capitalismo e lo fa esplicitamente, con buona pace di qualche riformista che ancora crede alla favola di Gesù (o Francesco) primo socialista della storia.
Cominciamo con l’assoluta rinuncia a pensare con la propria testa richiesta a tutti i battezzati (i grassetti sono miei, ogni paragrafo è preceduto dal numero con cui potrete trovarlo nel catechismo, scaricabile dal sito del vaticano www.vatican.va):
143 Con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà.
157 La fede è certa, più certa di ogni conoscenza umana, perché si fonda sulla Parola stessa di Dio, il quale non può mentire. Indubbiamente, le verità rivelate possono sembrare oscure alla ragione e all’esperienza umana, ma…
Come i sudditi del Grande Fratello di orwelliana memoria, dobbiamo credere che due più due faccia cinque, come burattini privi di qualsiasi intelligenza e volontà. Non ci si può fidare della ragione umana, per carità. E d’altronde da quando abbiamo cominciato a ragionare, chi ci ferma più: razzi spaziali, trapianti d’organi… Ah il caro vecchio Medioevo quando bastavano due affreschi con dei mostri per avere un esercito di pupazzi che pagavano le decime…
Nel caso non fosse chiaro, il catechismo insiste particolarmente su questo punto:
1269 Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso, ma a colui che è morto e risuscitato per noi. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri, a servirli nella comunione della Chiesa, ad essere «obbediente» e «sottomesso» ai capi della Chiesa, e a trattarli «con rispetto e carità».
Capito? Baciate l’anello. Siate obbedienti e sottomessi ai capi della chiesa.
Ma non solo… occorre essere obbedienti e sottomessi anche al potere costituito, dato che le autorità civili sono espressione dell’autorità di dio. Il motto “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, citato a sproposito come mirabolante concessione da parte di Cristo della separazione tra stato e chiesa, e quindi del permesso all’esistenza di uno stato laico (troppo buono), non è altro che una soggezione a una doppia schiavitù, sotto il tallone del clero e dei capitalisti, della chiesa (una potenza economica molto simile a una multinazionale “normale”) e dello stato borghese.
Non credete che sia scritto nel catechismo che insegnano in parrocchia? Ecco qua.
1899 L’autorità, esigita dall’ordine morale, viene da Dio: « Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna » (Rm 13,1-2).
1900 Il dovere di obbedienza impone a tutti di tributare all’autorità gli onori che ad essa sono dovuti e di circondare di rispetto e, secondo il loro merito, di gratitudine e benevolenza le persone che ne esercitano l’ufficio.
Ne consegue che fare la rivoluzione, sovvertire l’ordine sociale è un peccato mortale, i poveri devono restare poveri, benedetti loro, e i ricchi possono e devono rimanere ricchi. Non solo non ci si può ribellare, si deve anche portare rispetto e baciare la mano che regge il manganello.
Gesù stesso dice «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste… » (Mt 5,44-45).
Porgete quattro, cinque, dieci guance a chi vi opprime: l’ordinamento sociale è infatti stabilito da dio, la sofferenza che genera è un’altra delle tante altre sofferenze a cui dio è completamente sordo.
La rivoluzione è quindi sostituita dalla carità. I poveri devono aiutarsi tra loro e il bravo padrone, occasionalmente, fa cadere qualche briciola.
1941 I problemi socio-economici non possono essere risolti che mediante il concorso di tutte le forme di solidarietà: solidarietà dei poveri tra loro, dei ricchi e dei poveri, dei lavoratori tra loro, degli imprenditori e dei dipendenti nell’impresa, solidarietà tra le nazioni e tra i popoli.
D’altra parte la proprietà privata è sacrosanta. È un diritto della famiglia.
211 La comunità politica ha il dovere di onorare la famiglia, di assisterla, e di assicurarle in particolare:
— la libertà di costituirsi, di procreare figli e di educarli secondo le proprie convinzioni morali e religiose;
— la tutela della stabilità del vincolo coniugale e dell’istituto familiare;
— la libertà di professare la propria fede, di trasmetterla, di educare in essa i figli, avvalendosi dei mezzi e delle istituzioni necessarie;
— il diritto alla proprietà privata, la libertà di intraprendere un’attività, di procurarsi un lavoro e una casa, il diritto di emigrare;
Il padrone infatti, secondo la chiesa cattolica, ha il diritto di fare profitti sulla pelle dei propri dipendenti, basta dare il minimo indispensabile a garantire al proletario una vita dignitosa, il resto è tutto del padrone:
2432 I responsabili di imprese hanno, davanti alla società, la responsabilità economica ed ecologica delle loro operazioni. Hanno il dovere di considerare il bene delle persone e non soltanto l’aumento dei profitti. Questi, comunque, sono necessari. Permettono di realizzare gli investimenti che assicurano l’avvenire delle imprese. Garantiscono l’occupazione.
2434 Il lavoro va remunerato in modo tale da garantire i mezzi sufficienti per permettere al singolo e alla sua famiglia una vita dignitosa su un piano materiale, sociale, culturale e spirituale, corrispondentemente al tipo di attività e grado di rendimento economico di ciascuno, nonché alle condizioni dell’impresa e al bene comune
Ecco perché il cattolicesimo o il cristianesimo e le religioni in generale sono assolutamente incompatibili con l’abbattimento dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Anzi, la loro stessa esistenza si nutre della credulità delle grandi masse, fungendo da utile strumento di controllo delle coscienze e delle azioni degli strati oppressi della popolazione.
Il catechismo forma burattini soggetti all’autorità, a cui viene insegnato che ribellarsi è immorale e che l’ingiustizia sociale è frutto del disegno divino, quindi giusta e immutabile.
L’unica soluzione è, da un lato, l’abbattimento totale della chiesa in quanto potere di controllo sociale/temporale e, dall’altro, una sana e consapevole liberazione da tutti i condizionamenti, più o meno velati, che crescere in questo paese nel 2014 invariabilmente comporta.
Splendido articolo Compagno!Ringrazio dio (ahahahah) di non aver mandato mia figlia al catechismo!
In relazione alla foto, ricordiamoci che formalmente non è mai stata tolta la scomunica del 1949 a chi vota comunista e a chi prende parte, anche in maniera indiretta, all'attività politica di forze comuniste. Un motivo in più, per chi condivide il nostro programma e la nostra lotta di civiltà, a non dare più nessuna fiducia alla chiesa e ai preti che, per quanto “di sinistra”, sono suoi agenti e sudditi.