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Calcio di classe

di rossosconclusionato


Il calcio è lo sport più bello del mondo per quelli a cui piace e siccome quelli a cui piace sono la maggioranza, rispetto a quelli a cui piace un altro sport (o non piace nessuno sport), il calcio è oggettivamente lo sport più bello del mondo.

Qualcuno potrebbe affermare e con qualche ragione, che la bellezza dipende da un criterio di giudizio soggettivo; cioè, che è bello ciò che piace e che nessuno può contestare il diritto del singolo di scegliere il godimento che vuole.
È vero, democraticamente ineccepibile.
Ma, siccome la bellezza e la democrazia sono concetti astratti, che in quanto tali per avere un significato concreto devono essere giustificati, aggettivati e contestualizzati, ne risulta ancora che il calcio è lo sport più bello del mondo, anche se alla maggioranza degli esseri umani viventi non piace o è del tutto indifferente.
Questo non toglie il diritto di ognuno di pensarla come vuole, di divertirsi e gareggiare secondo le regole che preferisce.
Ma la situazione non cambia, il calcio continua ad essere lo sport più bello del mondo e quindi: pervasivo, totalizzante e a volte un po’ stupido.
Ma come ha fatto a diventare così? Dove risiede la potenza del calcio? Quali sono le ragioni del suo successo globale?
Alcuni dicono che il motivo stia nel fatto che uno sport semplice : “basta una palla per giocarlo”. Ma vi sono altri sport dove basta una palla per giocarli: pallavolo, pallacanestro, ecc. Inoltre esistono altri sport, simili al calcio, che sono nati prima del calcio, e anche sport più semplici del calcio, come l’atletica, la lotta e il pugilato, che esistono da millenni.
Altri sostengono che essendo nato in Inghilterra, la patria di origine del capitalismo, della rivoluzione industriale, della potenza imperiale dell’economia, ha avuto maggiore possibilità di altri sport di essere conosciuto in tutto il mondo.
Ma allora perché il calcio fiorentino, nato in pieno rinascimento quando Firenze era la capitale culturale ed economica d’Europa, è rimasto quasi sconosciuto oltre i confini della bella Toscana?
Si dirà che a quei tempi la gente comune aveva ben altro a cui pensare, ma anche il calcio è nato come sport d’élite, come quasi tutti gli sport del resto.
E poi, lo sport si comincia a praticare da bambini ai quali, da sempre, viene concesso un po’ di tempo per giocare. E loro, in maggioranza, da più di cento anni scelgono il calcio.
Ergo il calcio oggi, domani non si sa, non solo è lo sport più bello ma anche il migliore.
Comunque dopo questa affermazione alquanto arbitraria, rimane irrisolto il mistero.
Ebbene io credo che il successo del calcio fra gli umani sia dovuto al fatto che è lo sport più socialista che ci sia.
Intanto è uno sport collettivo, dove il talento del singolo si esalta attraverso la collaborazione reciproca e la disponibilità di tutti, ma anche viceversa: ognuno spendendosi al meglio esalta la qualità della squadra.
Fra i due soggetti si stabilisce un rapporto dialettico in cui è la sintesi che deve prevalere per rendere al meglio: cioè si deve realizzare un equilibrio fra l’individuo e il collettivo, fra la libertà degli individui e la disciplina che presuppone essere una squadra.
Ma tale equilibrio non può essere stabilito a priori perché dipende dalla variabilità delle condizioni esterne: dalla condizione fisica e psichica dei giocatori, dagli avversari, dalle condizioni ambientali, dalle scelte tattiche… e dall’imprevedibilità dell’arbitraggio.
Naturalmente, ciò riguarda tutti gli sport di squadra, ma in particolare quelli che si giocano all’aperto in uno spazio vasto, anche se delimitato, dove il rapporto con il tempo (il rapporto spazio-tempo) crea una sensazione di armonia con la natura irripetibile negli sport che si giocano al coperto o in piccole aree di gioco.
Ma il calcio in particolare non richiede specifiche doti naturali, basta una buona condizione fisica per giocarlo, anche ai massimi livelli. Non bisogna essere particolarmente alti, particolarmente grossi, particolarmente agili e veloci, particolarmente muscolosi, particolarmente resistenti, belli e fatti bene. Garrincia era mezzo sciancato, Pirlo e Giovinco in una squadra di rugby sarebbero dei negletti. Maradona in quasi tutte le specialità dell’atletica avrebbe fatto ridere e… basta.
E poi ci sono anche le regole che lo rendono il migliore, per esempio il fuorigioco.
Se il fuorigioco non ci fosse, sarebbe una continua ammucchiata davanti ai portieri, ma non solo questo; il fuorigioco è anche una tattica che, se ben applicata, può permettere a una difesa di schiappe di fermare un attacco di campioni. Infine, se un giocatore non riesce a portare via la palla ad un avversario può sempre sgambettarlo, sbilanciarlo con una spallata o buttargliela fuori e, se il fallo avviene fuori area, il gioco ricomincia come prima, senza gravi conseguenze per la squadra che ha commesso il fallo.
Le regole del calcio favoriscono la squadra che difende, cioè tendono ad avvantaggiare i più deboli e questo… mi piace.
E allora? Il calcio è bello ma il Mondiale fa schifo! Godiamoci le partite comunque vada per l’Italia.

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