Pride! Stonewall è stata una rissa!
Testo del volantino che verrà diffuso in occasione del Gay Pride del 7 giugno
Attraversando la penisola il Pride rende ancora una volta visibile la battaglia contro l’oppressione e il disconoscimento della comunità LGBTQI e darà corpo fisico ai soggetti politici e associativi che in questa battaglia sono presenti.
Ma quello che è un merito di questa piazza fino dal 1994, rivela anche un limite della battaglia stessa.
La comunità trova nel Pride un punto di convergenza, ma manca quella forte unità d’azione nelle rivendicazioni specifiche che è indispensabile per vincere, in particolare in questo periodo storico dove l’ideologia dominante sta facendo fare passi indietro su tutte le conquiste progressive. L’arretramento generale delle lotte, l’assenza dalla scena politica dei movimenti di massa, le sconfitte della sinistra non possono essere superate da scorciatoie istituzionali, che comunque come dimostra l’azione dei governi di centrosinistra, vengono sostanzialmente affossate e “dimenticate” a favore della generale spinta governista e di controllo del paese in una morsa sociale e politica sempre più antidemocratica.
Di fronte allo scardinamento delle condizioni di vita materiali di tutti coloro che vivono di lavoro, delle giovani generazioni private del futuro, alle negazioni ripetute dei diritti (casa, lavoro, dignità, conoscenza, libertà sessuale, sanità), non possiamo più affidarci alla negoziazione “democratica” attraverso rappresentanze e ceti politici ormai completamente svelati nella loro complicità con questo potere.
Per questo, come Partito Comunista dei Lavoratori, siamo presenti alle manifestazioni che si svolgono in tutta Italia, ma non condividiamo l’impostazione che ha portato ad accettare la presenza istituzionale di partiti come il PD e dei suoi rappresentanti, la cui politica ambigua li vede presenti in veste istituzionale alle parate e contemporaneamente attivi nella politica familista borghese e cattolica, arricchita spesso da dichiarazioni contro la libertà di autodeterminarsi (Marino antiabortista, Binetti omofoba ecc.), oppure come il M5S, che al di là di ogni banale dichiarazione verbale/digitale, si sta preparando ad un’alleanza con una destra xenofoba e antigay, come le dichiarazioni occasionali di Farage o di altri suoi dirigenti hanno dimostrato chiaramente. Così come Nichi Vendola, che ci mette la faccia, non ci fa dimenticare che non molto tempo fa l’ha persa di fronte a tutto il paese con la sua disponibilità con il padrone Riva e la sua assenza a fianco dei lavoratori dell’acciaio, dall’alto della sua carica istituzionale. Sino all’incredibile patrocinio del Pride milanese da parte della Regione Lombardia diretta e appaltata da un centrodestra affarista, razzista e lottizzante, e sopra ogni dubbio sessista.
La nostra proposta è che tutte le associazioni, i movimenti, i collettivi si coordinino per aprire una stagione di lotte di rivendicazione per garantire a tutti/e parità e uguaglianza, indipendentemente dal sesso e dalla identità sessuale, nelle pratiche di vita.
Come PCL rivendichiamo:
– Il diritto ad autorganizzarsi e gli spazi sociali per farlo per tutte le realtà LGBTQI
– Il riconoscimento legale e sociale delle relazioni delle coppie di fatto senza distinzione sul sesso
– Un’azione chiara e decisa contro la discriminazione sessuale
– Nuove normative garantiste dei diritti per il cambio di sesso e il cambio di nome
– Una diversa educazione sessuale nelle scuole
Infine rivendichiamo che la rivolta di Stonewall, che il Pride ricorda ogni anno come pietra miliare per il movimento dei diritti civili contro l’oppressione della diversità sessuale, venga considerata e ricordata non come una petizione di principio, cosa che non fu affatto, ma come una rissa, contro il potere sessuofobo e machista, contro l’emarginazione e la persecuzione.