#Soma come #Ribolla come #Marcinelle come…
di volodia
Tre giorni fa mi aggiravo per la miniera di mercurio del Morone, a Selvena, in provincia di Grosseto. Mi accompagnava il gentilissimo signor Giuseppe, che ha lavorato nella miniera fino alla sua definitiva dismissione, a metà degli anni Ottanta. Puntolini di mercurio splendono ancora sui pavimenti.
Nel ’58, i minatori del Siele, tra cui il padre del signor Giuseppe, occuparono le miniere della zona per lottare contro la decurtazione del cottimo, pari al 40% della retribuzione.
Nel ’55, i minatori della Maremma occuparono tutte le miniere (e sono tante) per 5 mesi, dico 5 mesi sottoterra, per ottenere condizioni di lavoro migliori.
Nel novembre 2013, 300 minatori hanno occupato la miniera di Zonguldak, in Turchia, nella regione del Mar Nero, per protestare contro le misure di sicurezza insufficienti dell’impianto. Qui nel 1992 un’esplosione aveva fatto 263 vittime e altre 30 persone erano morte nel maggio 2010.
In questi minuti il contatore dei morti frulla verso l’alto a Soma, sempre in Turchia, dove un’esplosione ha ucciso centinaia di minatori intrappolandone altri sotto terra. Tra i morti c’è Kemal Yildiz, 15 anni, e tanti altri ragazzini.
Nella miniera di Soma avevano tagliato i costi di produzione del carbone da 130-140 dollari/tonnellata a 23 dollari/tonnellata. La paga lorda di un minatore di Soma è 1100 lire turche, pari a 388 euro.
Due settimane fa il parlamento turco aveva bocciato una proposta di indagine sulle morti nelle miniere di Soma.
Famiglie in angosciosa attesa fuori dalle bocche della miniera, sfilata di autorità e probabilmente la celere per sedare eventuali tumulti. Poi si parlerà di fatalità.
Tutto già visto. Solo da un’altra parte.
Questo è ciò che produce il capitalismo se non viene fermato.