Intervista al candidato Giacomo Turci – Parte II: La Rivoluzione non è quella di Grillo
D. La vostra propaganda invita esplicitamente alla rivoluzione, ma anche altri parlano di rivoluzione… Grillo per esempio. Cosa significa per voi rivoluzione? E quale è la differenza?
R. Dopo lo scoppio della crisi economica la parola rivoluzione è tornata di moda, anche se spesso viene usata a sproposito. Spesso la “rivoluzione” viene utilizzata come sinonimo di cambiamento, ma non dimentichiamoci che i cambiamenti possono essere anche negativi. La rivoluzione è un progresso, si concretizza quando quelli che non hanno mai governato e che hanno subito la dittatura di una minoranza si ribellano e prendono il potere politico, cioè il governo dello Stato.
Rivoluzione è stata quella francese che ha cacciato la nobiltà parassita che aveva governato fino ad allora. E quella russa, dove gli operai e i contadini si sono sostituiti ai capitalisti e all’aristocrazia zarista.
Quando diciamo che “solo la rivoluzione cambia le cose” è come se facessimo una domanda ai lavoratori e a tutti quelli che pagano la crisi economica: quale classe sociale deve governare la società? La borghesia o il proletariato? La maggioranza che vive del proprio lavoro o la minoranza di sfruttatori che ha prodotto la crisi? Insomma è una questione di classe.
D. E Grillo invece?
R. Il Movimento Cinque Stelle è l’esatto contrario di un movimento rivoluzionario. Anzi possiamo collocarlo senz’altro nel populismo di destra, cioè piccolo-borghese e reazionario. Mira a consolidare il predominio delle classi abbienti sui lavoratori. Basta vedere le sue posizioni sul sindacato: lo vorrebbe abolire. Noi critichiamo i sindacati, anzi crediamo che essi siano i maggiori responsabili della situazione in cui si trovano la classe operaia e tutti i lavoratori dipendenti, compresi quelli che lavorano per lo stato, impiegati, insegnanti ecc. I sindacati vanno cambiati radicalmente, in modo che rappresentino davvero i lavoratori, ma non vanno certo aboliti.
A Parma la giunta del sindaco grillino Pizzarotti che doveva essere di svolta in realtà ha aumentato le rette degli asili, ha privatizzato, ha dismesso i beni pubblici, ha pagato le banche facendo pagare il debito alla maggioranza dei cittadini e dei lavoratori di questa città.
E oggi si fa esecutore delle peggiori politiche di ordine pubblico applicando rigorosamente le ultime disposizioni del Governo per il contrasto delle occupazioni della case sfitte. L’opposizione a cinque a 5 Stelle si fa esecutrice questurina delle politiche di ordine pubblico del Governo Renzi contro i movimenti di protesta sociale.
Qui a Forlì i grillini candidano Daniele Avolio: un ex finanziere, distintosi nella lotta alla droga e al contrabbando. Se vinceranno saremo in balìa di gente che, a parte realizzare qualche pista ciclabile, non ha la minima capacità o intenzione di affrontare gli urgenti problemi sociali come quello dell’occupazione, della casa e della salute a fianco dei lavoratori e dei movimenti di lotta”.
Grillo difende le rendite finanziarie, come dimostra la sua opposizione alla Web tax. Si è anche schierato con i padroni dell’Electrolux contro i lavoratori in lotta per l’ipotesi di chiusura e delocalizzazione in Polonia degli stabilimenti italiani. Adesso che le elezioni si avvicinano i grillini non lo dicono, ma Casaleggio ha bussato alle porte di tutte le associazioni confindustriali a promettere il taglio dell’IRAP. Il M5S sostiene che il problema delle pensioni si può risolvere solo abolendole.
In cambio di questa macelleria sociale Grillo offre un reddito di cittadinanza per tutti, di 600 euro al mese lordi. Una piccola carità in cambio di posti di lavoro e diritti, per mettere l’uno contro l’altro pensionati, precari e disoccupati, per dividere la classe lavoratrice.
D. Ma molti lavoratori, cioè buona parte della classe a cui vi rivolgete, votano per lui.
R. Certo, come votavano per Berlusconi o per la Lega, ma la colpa non è dei lavoratori, ma della degenerazione delle sinistre che pur di sedersi su qualche poltrona hanno avallato le peggiori leggi contro i lavoratori. Si veda per esempio Rifondazione che votò la prima legge sulla precarizzazione del lavoro (Pacchetto Treu) del primo governo Prodi.
A livello di massa è passata l’idea che la colpa della crisi sia dei partiti in quanto tali, cioè dei politici di professione, che sarebbero corrotti e incompetenti. Da qui la confusione fra partiti borghesi e partiti delle classi lavoratrici (come il PCL) e fra la politica come lotta per i diritti e per il progresso e politica come professione.
Va da sé che la classe politica sia effettivamente corrotta, ma lo è sempre stata. Del resto come potrebbe essere diversamente in una società dove alcuni individui posseggono tanto denaro da corrompere chiunque? Allora, di chi è la colpa? Dei corruttori o dei corrotti al loro servizio? Di coloro che fanno le leggi o di quelli che li pagano per farle?
La vera domanda è: chi è che comanda? Lo Stato con le sue Istituzioni (parlamento, regioni, comuni, forze dell’ordine, magistratura) o gli industriali, i banchieri, gli speculatori internazionali che posseggono tutto: fabbriche, trasporti, energia, banche?
Le forze dell’ antipolitica, del tutto infantili e reazionarie, sostengono che per risolvere le cose basterebbe sostituire l’attuale classe politica con un’altra, efficiente e onesta. Basta vedere il programma del candidato del M5S a Forlì, praticamente si riduce ad uno spot: ”il partito degli onesti”.
E su questo luogo comune Grillo e la Casaleggio Associati hanno costruito la propria fortuna, perché il M5S non è un movimento, è un’azienda privata il cui simbolo è un marchio registrato. In cui non c’è statuto, e se ne vantano pure, non si sono organismi di controllo, il cui leader non è stato eletto e non cambia mai. Ci sono solo generici forum di discussione che non offrono nessun strumento di verifica. L’ultima parola tocca sempre al padrone.
Meno regole non significa più democrazia anzi spesso è il contrario. Chi non è d’accordo, in perfetto stile staliniano, viene epurato con generiche accuse di atti controrivoluzionari.
Ma lo sa lei di cosa si occupa la Casaleggio e Associati? Crea e sposta consensi via internet per i suoi clienti. Fa marketing virale. Allo stesso modo il M5S diffonde idee politiche superficiali e appetibili, basandosi sulle più moderne tecniche pubblicitarie via web, proprio come si fa con qualsiasi prodotto. Molti ci credono. Naturalmente queste idee sono quelle dei capi (Grillo e Casaleggio), ma sembra che siano il prodotto della discussione nei forum, via web.
Grillo pesca nella disinformazione diffusa delle masse popolari sulla politica. E qui ci sarebbe molto da dire sulle responsabilità della sinistra che ha rinunciato da decenni a informare e formare la propria gente e la classe lavoratrice… Ma questo è un altro discorso.