Il 25 aprile e il 1° maggio: da giornate di lotta a giornate del consumismo
di frecciarossa e volodia
Il 25 aprile e il 1° maggio i principali centri commerciali del forlivese e non solo resteranno aperti.
Grazie alle politiche liberiste dei vari governi di centrosinistra e di centrodestra, queste non sono più giornate di lotta, ma giornate lavorative.
Non si commemorano più i partigiani che ci hanno liberato dal giogo fascista o le lotte per il lavoro, ma si alimenta di fatto l’oppressione del capitale, lavorando per i padroni o acquistando le loro merci.
L’apertura dei centri commerciali in queste giornate non rappresenta solo uno schiaffo ai lavoratori, ma ha anche la funzione di sostituire il significato politico e sociale della Resistenza e delle lotte sindacali con il consumismo, l’acquisto di merci che si trasforma anche in aggregazione sociale, ovviamente in chiave apolitica e capitalista.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori ci dichiariamo antifascisti tutto l’anno e facciamo del lavoro e dei diritti dei lavoratori la nostra bandiera. Riteniamo vergognoso che queste due ricorrenze siano di fatto equiparate a giorni lavorativi, svuotandole del loro significato.
I partigiani sono morti per garantirci la libertà di parola, di opinione e di riunione: in quest’ottica il fatto che l’apertura dei centri commerciali non susciti proteste e sdegno è un sintomo dell’attuale arretratezza della coscienza di classe e antifascista.
Il PCL si batterà sempre affinché queste due giornate riconquistino il proprio valore originario: lotta contro il fascismo in tutte le sue forme (anche quelle 2.0) e lotta contro il capitalismo! Per un governo dei lavoratori e un mondo rosso e socialista.