La Nestle’ mette in pratica il Jobs Act di Renzi: lavoratori da tempo indeterminato a determinato, oppure licenziati!
Nonostante il Financial Times abbia definito il Jobs Act di Renzi qualcosa di vago e indeterminato, sembra proprio che la semplice evocazione del provvedimento, per adesso rimasto nelle slide del governo, venga già recepito dalle imprese.
Specie, se l’annunciato pacchetto di legge è di natura liberticida e depressivo dal punto di vista salariale.
La notizia in materia è che la Nestlé Italia ha proposto la trasformazione, nei suoi stabilimenti, di centinaia di contratti a tempo indeterminato in contratti a tempo determinato.
Naturalmente non solo offrendo il ricatto del licenziamento, come “rinnovo” contrattuale, ma anche peggiori condizioni salariali e lavorative.
Non ci vuole molto a capire che, invece della mitica crescita, provvedimenti come il Jobs Act servono solo a creare la corsa al ribasso dei salari. E tanto il provvedimento è atteso che le multinazionali lo mettono in pratica prima che diventi legge.
Resta da dire qualcosa sulla Nestlé: oggetto di una serie di boicottaggi, per la nocività dei suoi prodotti, sin dagli anni ’80. Come, dallo stesso periodo, oggetto di pesanti critiche per attività antisindacali un po’ in tutto il mondo. Ora, con la deregolazione in atto in Italia sui diritti del lavoro, la multinazionale può mostrare finalmente la sua vera indole.
Il signor Renzi, quindi, ha varato un provvedimento in tema di lavoro in Italia perfettamente in liena con i desiderata delle multinazionali schiaviste mondiali. Gli elettori del Pd lo sanno? probabilmente no.