Barbara Spinelli per l’imperialismo “democratico” europeo. Zagreblesky si inchina a Renzi. Vendola e Ferrero a rimorchio degli intellettuali liberal progressisti
“Nessuna istituzione occidentale.. è in grado di garantire un ordine nel mondo, come pretende….L’Europa deve dotarsi di una comune politica estera e di difesa, che non sia al traino della sempre più fiacca potenza Usa… L’ordine mondiale non può più essere affidato alla solo imprevedibile leadership USA. Il nuovo ordine deve essere multipolare e l’Europa dovrà in esso conquistarsi il suo spazio”. Sono le parole di Barbara Spinelli su La Repubblica (10/4/), autorevole organo di stampa del gruppo capitalistico Benedetti/ Caracciolo. Sono parole illuminanti del pensiero europeista “liberal progressista”: che rivendica un comune militarismo dell’Europa capitalista in funzione “del suo spazio” negli equilibri mondiali. Il fatto che lo faccia nel nome di una Europa “sociale e democratica” chiarisce una volta di più la mistificazione ideologica di quella bandiera. Che non è solo l’illusione pietosa- da sempre smentita- di un possibile capitalismo “sociale” nel momento stesso della sua massima aggressione al lavoro. E anche la copertura ideologica del sogno di un imperialismo europeo politicamente e militarmente unito, finalmente garante dell’”ordine”( capitalistico) del mondo. Altro che “pacifismo”..
Parallelamente il professor Zagrebelsky, autore con Rodotà di un appello contro “la svolta autoritaria” di Renzi e del suo progetto istituzionale reazionario, ritira l’appello con la coda fra le gambe, dopo essere stato ingiuriato e umiliato a reti unificate dal Presidente del consiglio e dai suoi giovani ministri. “La chiudiamo qui… Forse il nostro appello è stato troppo tranchant..” dichiara spaventato il professore. E il grosso dell’Associazione liberal progressista “Libertà e Giustizia” cui Zagrebelsky appartiene applaude la ritirata nel nome del “dialogo”. Renzi commenta soddisfatto:” Sono contento che i professori che erano contrari al mio progetto istituzionale stiano cambiando idea” ( Corriere della Sera 9/4 ) . La riforma reazionaria della costituzione, e una legge elettorale reazionaria peggiore di quella varata dai fascisti nel 1923 ( legge Acerbo), hanno da oggi un ostacolo in meno . I promotori delle manifestazioni solenni “ a difesa della Costituzione” contro Berlusconi, dismettono l’opposizione democratica di fronte al segretario al PD. Nel momento stesso in cui Matteo Renzi imbraccia il più volgare populismo reazionario in funzione delle proprie ambizioni di piccolo Bonaparte. Uno scandalo.
Il punto è che i “grandi” intellettuali liberal progressisti- da Rodotà a Barbara Spinelli- sono da tempo incensati dai gruppi dirigenti delle sinistre cosiddette “radicali”. Al punto che la lista Tsipras in Italia, guidata da Spinelli, si forma sotto loro dettatura e con la loro benedizione. La speranza di Vendola e Ferrero è che il patrocinio illustre di queste star culturali progressiste possa consentire loro, nell’immediato, la propria salvaguardia (o ritorno )istituzionale; un domani, di conseguenza, qualche lasciapassare ed entratura di governo: con quel PD di Renzi con cui SEL e PRC sono alleati in larga parte di Italia nelle amministrazioni o coalizioni locali.
Di certo il silenzio delle sinistre..”radicali” di fronte alla ritirata dei professori “progressisti”, o alle loro rivendicazioni di un imperialismo “democratico” europeo, non sono solo la misura di una pesante subalterneità. Sono anche il prezzo delle ambizioni di riciclaggio politico di gruppi dirigenti falliti della sinistra italiana. Ieri alla coda di Bersani o di Ingroia. Oggi alla coda di intellettuali liberali “civici”. Oggi come ieri ,senza principi e senza futuro.