Ci sembra doveroso denunciare che il presidio davanti ai cancelli dell’Electrolux di Forlì, il cui scopo sarebbe quello di limitare l’uscita delle merci prodotte, venga usato come platea per i comizi elettorali dei vari esponenti politici del PD spalleggiati, con atteggiamenti da portaborse, dai vari dirigenti sindacali locali.
Questi, essendosi evidentemente venduto il senso della vergogna, hanno fatto a gara nel mostrarsi “vicini ai lavoratori e sensibili alle loro istanze”. A partire dall’eterno governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (siamo al quarto mandato), con tanto di palchetto e microfono (venerdì 14 marzo), fino al candidato sindaco del PD Drei, esponente della corrente più antioperaia e filo-padronale del suddetto partito.
Di fronte a tanta ipocrisia, ci sentiamo il dovere di rammentare ai lavoratori e ai quei cittadini che ancora non hanno smarrito il senso minimo della decenza, cosa è il PD e quale interessi rappresenti.
Il PD come forza di Governo, si è distinto per aver emanato le più devastanti leggi antioperaie dal dopoguerra a oggi. La peggiore: ”il pacchetto Treu“ del primo governo Prodi, che introdusse il lavoro precario e le agenzie di lavoro interinale. Lo stesso governo si distinse per la privatizzazione di servizi pubblici per 50.000 miliardi di lire (oggi vediamo le conseguenze sulle tariffe). Il secondo governo Prodi, i recenti governi Monti e Letta, sostenuti dal PD, hanno continuamente tagliato: sanità, scuola, pensioni e diritti del lavoratori (ultima la riforma Fornero). Ed ora siamo attesa del cosiddetto Jobs act del governo Renzi che certificherà il precariato a vita per i nuovi assunti. Naturalmente tutto questo è stato peggiorato, via via, dai diversi governi Berlusconi senza la minima opposizione del PD.
In quanto ad Errani, la sua giunta si è distinta per lo “scandalo spese pazze” con rimborsi ai suoi componenti di cene a 200 euro a coperto (già ne prendono 6000 al mese di stipendio). In compenso, hanno tagliato i posti letto negli ospedali della regione (a Forlì chiuderà l’intero reparto di neuro-psichiatria) e poi precarizzato il lavoro dei dipendenti pubblici.
Come ci si può fidare di tali individui? Con questi presupposti, come si può credere ad una conclusione positiva per i lavoratori della vertenza Electrolux?
L’unica via di uscita è alzare il livello della lotta rivendicando la nazionalizzazione, senza indennizzo alla proprietà e sotto controllo dei lavoratori, dell’intero gruppo Electrolux e prepararsi all’occupazione degli stabilimenti. Solo così è possibile ottenere qualche risultato, anche parziale.
La lotta dei lavoratori Electrolux dimostra che la forza della classe operaia è in grado si superare qualsiasi ostacolo; ma se è male indirizzata può essere cancellata all’istante dal semplice gesto di un burocrate sindacale che firma l’ennesimo accordo bidone.
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione Romagna